lunedì 30 giugno 2014

Sollecito scarica Amanda: “La notte del delitto non era con me”

raffaele sollecito  -Redazione- In attesa dell’udienza per sapere se la Cassazione accoglierà l’istanza dei suoi difensori, Luca Maori e Giulia Bongiorno, per riaprire il caso una seconda volta, Raffaele Sollecito fa sapere questo: «Quella notte è certo che io era a casa mia a Perugia. Niente altro è sicuro».
 E quel niente altro può significare solo che non rientra più nella sua strategia difensiva.
Torna in auge il memoriale di Amanda Knox in cui di fatto viene descritto il delitto anche se in terza persona, per differenziare ruoli e ricostruire la notte maledetta. «Stando al contenuto del memoriale, nel quale Amanda Knox aveva parlato al singolare a proposito degli accadimenti di via della Pergola, l’americana ha posto soltanto se stessa sul luogo del delitto al momento dell'urlo».
 E ancora: «Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda e non sono state repertare ed esaltate al luminol tracce miste Sollecito e Kercher all'interno della casa». 
«Il teste Quintavalle – scrivono ancora gli avvocati – ha affermato di aver visto Amanda Knox il mattino del 2 novembre, non ha menzionato la presenza di Sollecito in quei frangenti».
«Raffaele non conosceva Rudy Guede (il terzo condannato per l’omicidio) e non aveva alcuna ragione per volere la morte di Meredith Kercher».
Quindi l’ultimo affondo: il pubblico ministero, né le altre parti hanno mai chiesto l'esame dell'imputato Sollecito, il quale pertanto non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere, anzi egli è intervenuto più volte in dibattimento rilasciando spontanee dichiarazioni, anche a chiarimento di taluni punti, avendo preso parte attivamente ai processi di primo grado, d'appello e di rinvio. 

http://www.articolotre.com/2014/06/sollecito-scarica-amanda-la-notte-del-delitto-non-era-con-me/

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