domenica 29 giugno 2014

Quei nazisti “diversi” della Palestina

Catalogati e digitalizzati i documenti che raccontano come viveva negli anni trenta la comunità tedesca nella Palestina sotto mandato britannico
ANSA
Heinrich Nus (primo a destra) autore di uno degli scatti ineditii che testimoniano la vita della comunita’ tedesca in Palestina e l’attivita’ della locale sezione del partito Nazista negli anni ’30.

CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Le foto di Heinrich Nus divengono accessibili e gettano nuova luce sul nazismo della comunità tedesca che viveva negli anni Trenta nella Palestina sotto mandato britannico. I titolari di passaporto tedesco erano all’epoca circa 2000 e quando nel 1938 Adolf Hitler inscenò il referendum per legittimare l’annessione dell’Austria alla Germania vennero anch’essi chiamati a votare. Ma le autorità britanniche non volevano in alcuna maniera facilitare la consultazione nazista e così vietarono a chiunque di partecipare.  

La soluzione trovata dal regime tedesco fu di trasportare con dei bus tutti i propri cittadini fino al porto di Haifa, imbarcarli sulla nave americana Milwaukee e salpare per arrivare fuori il limite delle acque territoriali palestinesi, dove il voto avrebbe potuto avvenire. I registri di bordo dell’epoca attestano che fra i passeggeri imbarcati “per votare” 1173 si pronunciarono a favore dell’”Anschluss” e fra loro vi erano 53 austriaci. I contrari invece furono 6 mentre una singola scheda venne annullata. Negli scatti di Nus arrivati fino a noi si vede la fila di autobus affittati dai tedeschi, diretti verso il porto di Haifa, così come gli elettori riuniti sul ponte della nave sotto una scritta in tedesco il cui significato è “Un popolo, un Reich e un Fuehrer” ovvero il motto del Terzo Reich. Per il partito nazista in Palestina il voto sull’annessione dell’Austria - che era stata invasa dalle truppe tedesche - fu l’attività più importante ma anche una sorta di canto del cigno perché le autorità militari britanniche espulsero tutti i tedeschi quando, nel settembre del 1939, l’aggressione alla Polonia diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale.  

A giudicare dalla foto Nus, impiegato nell’orfanotrofio di Gerusalemme che era gestito dalla famiglia Schneller, si trattava di un ardente nazista: lo si vede infatti indossare svastiche, partecipando a raduni e marce durante i viaggi in Germania. La pubblicazione dei suoi diari, da parte dell’istituto “Yad Ben Zvi” di Gerusalemme, consente tuttavia di avere una visione più articolata del personaggio, che era anzitutto membro del movimento dei templari, un gruppo millenaristico che a metà dell’Ottocento era stato espulso dalla Chiesa tedesca. Dagli stessi diari emerge come il nazismo il Palestina fosse “diverso da quello in Germania” come osserva Yossi Ben Artzi, storico dell’Università di Haifa e studioso dei templari, spiegando che “sebbene vi fossero dei nazisti e l’Hitler Jugend organizzò dei campeggi con marce e bandiere” in realtà i templari “sostennero Hitler assai meno di quanto in genere si ritiene”. Deportato in Australia, assieme agli altri cittadini tedeschi, Nus lasciò diari e fotografia nell’orfanotrofio di Gerusalemme dove aveva lavorato, che venne requisito dagli inglesi nel 1939. Ma solo dopo la nascita di Israele nel 1948, quando le forze israeliane vi arrivarono, i documenti vennero ritrovati, finendo nelle mani di Ben Zvi che ora ha terminato di catalogarli, digitalizzandoli e rendendoli accessibili online. 

http://www.lastampa.it/2014/04/07/esteri/quei-nazisti-diversi-della-palestina-zrCAo3U8OZbOHnhHoAPjyI/pagina.html

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