lunedì 29 luglio 2013

Un imprenditore italiano colpito dalla crisi scrive una lettera ai governanti

ar_image_500_lUn imprenditore italiano scrive:
“Vedendo la situazione insostenibile in cui si sta trovando la mia azienda, a causa di una pressionefiscale folle ed oscena e di una competizione di prezzo al limite del suicidio, dovuta ai ben noti motivi, leggi EURO, non riesco più a dedicare tempo ed energie al mio progetto di teoria economica per il XXI secolo, un progetto folle e forse al di là delle mie scarse competenze, ma già il fatto che tutte le energie ed il tempo delle persone, siano imprenditori o lavoratori dipendenti, siano impegnati nella mera sopravvivenza quotidiana, senza possibilità di fermarsi MAI un momento per pensare, ti dimostra che questo è un vero PROGETTO complessivo di smantellamento economico, sociale e culturale.
Se nessuno ha mai tempo di pensare perchè oberato ed ossessionato dal lavoro (spesso creato ad arte con assurdi adempimenti burocratici e corsi di aggiornamento obbligatori etc), ecco che nessuno ha tempo di pensare ed ognuno dedica il poco tempo libero a cercare di riprendersi, senza pensare a nulla, ma estraniandosi dalla situazione economica, sociale e politica complessiva.
Se avessimo tutti un giorno di tempo per pensare, un giorno da dedicare alla riflessione al confronto ed al dibattito, ci renderemmo conto di molte cose e scoppierebbe una rivoluzione la mattina stessa. Ecco che allora la burocratizzazione delle piccole e medie imprese ed i massacranti “corsi” obbligatori per dipendenti ed imprenditori sono funzionali allo scopo di privarci delle energie fisiche e mentali per pensare.
Ecco perchè tutti parlano di diminuire la “burocrazia” ed i “lacci e lacciuoli” che incatenano le imprese ed il lavoro, ma la normativa va sempre e comunque in senso diametralmente opposto. Con buona pace dei defunti come Montanelli e dei vivi come Oscar Giannino (e mi scuso con Indro per l’inqualificabile paragone). La gente che pensa non subisce, quindi bisogna togliere spazio al pensiero e riempire il poco tempo libero di persone affamate di riposo con il vuoto pneumatico del “Grande Fratello”, (nomen omen, Orwell è quanto mai attuale oggi) o di show, anche politici stile Ballarò o Report, funzionali all’autopreservazione del potere.
Facci caso ogni volta c’è un nemico cattivo: il debito pubblico, la corruzione, l’evasione fiscale, l’imprenditore evasore e sfruttatore, la Cina e via pontificando: “se tutti pagassero le tasse il debito pubblico non esisterebbe”, ma ora che le redini sull’evasione di sopravvivenza dei piccoli e medi imprenditori sono state tirate le imprese, strozzate dal fisco chiudono.
A dimostrazione che si evadeva per sopravvivere ad un vero e proprio ladrocinio fiscale e che le entrate non possono crescere sempre e comunque “a richiesta”.
Dopo 91 anni la mia impresa rischia seriamente di chiudere, io ho finito le riserve e tra poco lo stato mi chiederà l’IMU sull’immobile (strumentale) dove svolgo la mia attività raddoppiando il costo che già col passaggio dall’ICI all’IMU era raddoppiato l’anno scorso, impedendomi oltretutto di scalare questa spesa dal reddito d’impresa al pari di ciò che succede con l’Irap.
Il tutto in un momento in cui stiamo combattendo una guerra dei prezzi con i nostri concorrenti esteri, una guerra persa perchè col cambio sopravvalutato devi solo vendere sottocosto per stare sul mercato. Scusami per lo sfogo, ma al di là di tutto credo che fra un anno, rebus sic stantibus, ci troveremo in una situazione peggiore della Grecia con un tessuto produttivo devastato e persone alla fame, fame vera.
Sono “razionalmente disperato”, perchè non vedo dibattito pubblico, salvo pochi blog su internet che, con buona pace di tutti, non incidono come può ancora fare la TV o la Stampa che continuano a dare un’informazione a “senso unico”. È vero hai partecipato a qualche dibattito TV, ma sono “diritti di tribuna” in un mare di voci a senso unico ed intanto l’economia muore e l’Italia muore e la nostra civiltà muore. Sono troppo pessimista? dimmelo tu, come imprenditore sono ottimista di natura, ma non sono stupido, vedo le cose e vedo che perdiamo tempo senza averne più.
Se Enrico Letta avesse detto: ci riprendiamo la Banca d’Italia nazionalizzandola (leggi espropriandola ai soci privati), dettandogli la politica monetaria ed obbligandola a comprare i titoli di stato invenduti in modo da annullare lo spread ed inoltre rimettiamo in vigore la vecchia legge bancaria degli anni trenta e se qualcuno in Europa ha qualcosa da ridire usciamo dall’euro, ecco allora avrei potuto ricominciare a sperare. Manca il guizzo, il colpo d’ala, se è vero che tutti sanno che questa è l’unica soluzione la domanda è perchè? Perchè non la si applica?
Domande senza risposta ed ogni giorno 200 aziende muoiono e 2000 persone perdono il lavoro e 2000 famiglie si trovano in mezzo ad una strada, ogni maledetto giorno ed ogni maledetto giorno sento dire le stesse cose nelle stesse trasmissioni TV e leggo le stesse cose sugli stessi giornali e fra un anno quando il disastro sarà completo ci diranno ancora che è colpa nostra che siamo stati delle cicale che lavorare 14 ore al giorno come abbiamo fatto negli ultimi 10 anni non basta e che se adesso ci ridurranno in schiavitù per ripagare i debiti sarà stato solo per colpa nostra. Ho paura di quello che succederà e della violenza che potrà scoppiare quando a milioni non avranno più di che mangiare.
La domanda adesso è: come facciamo ad invertire la rotta? Noi abbiamo solo la consapevolezza e la ragione, gli altri hanno il potere, tutti i mezzi di comunicazione e negano continuamente ogni dibattito, ma la situazione peggiora ogni giorno ed il punto di non ritorno, il punto della violenza è sempre più vicino e se ci arriveremo, saranno sempre i soliti a pagare il prezzo. Saluti a tutti.”
La lettera e’ indirizzata al professore di Economia Politica dell’Universita’ Gabriele D’Annunzio, Alberto Bagnai pubblicata dal blog di Alberto Bagnai Goofynomics
Alz

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