lunedì 29 luglio 2013

Via la legge Merlin, firme per referendum

Promotori, stop racket e 'papponi', gettito fiscale pari a Imu


 Una immagine della senatrice Lina Merlin del 1971


 Un tariffario di una casa di appuntamento esposto nel museo Domenico Agostinelli di Dragona (Roma) in una immagine di archivio


'Volete voi che sia abrogata interamente la legge 20 febbraio 1958, n. 75, intitolata Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui?''. E' il quesito referendario presentato in Cassazione e pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale per l'abrogazione della cosiddetta Legge Merlin. Angelo Alessandri e Matteo Iotti di Progetto Reggio e Luca Vezzani del Pdl, che hanno depositato il quesito, ricordano che a settembre partirà la raccolta delle 500.000 firme necessarie per depositare nuovamente presso la Corte di Cassazione la richiesta di indizione del referendum.
''Una proposta referendaria che è anche una battaglia di civiltà - sottolineano i proponenti - che cerca di affrontare il tema della prostituzione ed i problemi ad essa inerenti in modo concreto. La riapertura delle 'case chiuse' e la loro regolamentazione permette innanzitutto di stroncare il racket della tratta di queste ragazze, evitando forme di schiavitù, e facendo in modo che anche le prostitute possano godere di diritti. In questo modo 'papponi' e 'magnaccia' perderanno il loro lavoro e la possibilità di vessare le ragazze sotto la loro protezione''.
L'abrogazione della legge Merlin consentirà di regolamentare l'esercizio dell'attività di prostituzione, assoggettandola giustamente all'imposizione fiscale. ''Si stima - dice Angelo Alessandri - che l'emersione dei redditi derivanti dalla prostituzione garantirebbe un gettito fiscale pari all'IMU sulla prima casa. Austria, Germania, Svizzera per citarne alcune, hanno già legalizzato e regolamentato l'esercizio della prostituzione, con notevoli benefici per le casse erariali e soprattutto per il decoro urbano''
(ANSA)


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