mercoledì 31 luglio 2013

Nucleare: in Basilicata operazione come in 'spy story'

Due giorni di mistero su trasferimento materiale verso Usa



Di Mario Restaino)
POTENZA - Un capitolo di un 'romanzo di spionaggio internazionale', con tutti gli elementi al posto giusto: il buio della notte, un container con materiale nucleare, uno schieramento di forze dell'ordine, un viaggio verso un aeroporto militare e un aereo che si allontana.

E' la scena che si svolta due notti fa - il cui 'buio' si è diradato solo nel pomeriggio di oggi, secondo alcuni peraltro non del tutto - davanti al centro Itrec della Trisaia di Rotondella (Matera). Sogin, la società specializzata nella bonifica dei siti nucleari italiani, oggi ha detto che ''si è concluso il rimpatrio di materiali nucleari sensibili di origine americana, che erano custoditi in appositi siti'' in Italia ''per attività di ricerca e di sperimentazione''. La società ha sottolineato che tutto è avvenuto nell'ambito di un accordo internazionale fra Stati Uniti ed Euratom ''sull'utilizzo dell'energia nucleare per scopi pacifici''. Nel centro della Trisaia sono ospitati materiali ''cementati'' e 64 barre di uranio provenienti dalla centrale statunitense di Elk River, da sempre immerse in una piscina colma di acqua. Fin da quando, ieri mattina, sono cominciate a circolare le prime voci sul ''movimento'' avvenuto durante la notte davanti al centro - proprio a ridosso della trafficata statale ''Jonica'' - le preoccupazioni di tutti hanno subito un brusco rialzo. Nel 2003, infatti, poco lontano, a Scanzano Jonico (Matera), il Governo aveva deciso di realizzare il deposito nazionale delle scorie radioattive, proprio in una zona di agricoltura intensiva e di pregio: la reazione fu decisa. Tutta l'area fu bloccata per una decina di giorni, finchè la decisione del Governo non fu ritirata.

Oggi la preoccupazione è tornata a crescere - fra gli amministratori e fra la gente, peraltro in una zona turisticamente importante per la Basilicata - e lo ''spirito di Scanzano'' ad aleggiare: il primo a parlarne e' stato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, lamentando il mancato coinvolgimento degli enti lucani. Ma da altri settori le critiche sono state aspre: il vicepresidente nazionale di ''Libera'', don Marcello Cozzi, ha chiesto di sapere ''di chi è la responsabilità politica di ciò che è avvenuto'' alla Trisaia: ''Troppi segreti di Stato in Basilicata e in Italia - ha aggiunto - volano sulla testa dei cittadini''. Antonio Ingroia (Azione civile) ha definito il centro della Trisaia ''la pattumiera degli Stati Uniti'', mentre Angelo Bonelli (Verdi) ha chiesto che l'Ispra faccia verifiche sulla radioattività lungo il percorso seguito dal container uscito dalla struttura.

Intanto, l'on. Cosimo Latronico (Pdl) ha annunciato che il Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, rispondera' giovedi', 1 agosto, in Commissione Ambiente di Montecitorio, alle domande su quanto avvenuto a Rotondella. Ma il sen. Vito Petrocelli (Movimento 5 Stelle) ha chiesto che a fornire chiarimenti sia lo stesso Presidente del Consiglio e ha parlato di ''superficialità'' nella gestione dell'operazione.

Un'interrogazione è stata annunciata anche da Sinistra ecologia libertà, dall'on. Antonio Placido, e dalla presidente del gruppo misto-Sel al Senato, Loredana De Petris: ''E' una vicenda su cui non si può tacere'', hanno detto, mentre Stefano Ciafani (Legambiente) ha sottolineato che la vicenda ''riapre il problema del trasporto delle scorie nucleari, che il più delle volte avviene senza informare i cittadini e gli abitanti, proprio come è accaduto recentemente in Piemonte con la scorie di Saluggia''.

(ANSA)

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