Sesso in cambio di casa popolare, assessore arrestato a Chieti
Domiciliari a esponente Udc. Le vittime degli abusi sono cinque donne, per lo più ragazze madri in difficoltà
CHIETI - Avrebbe chiesto prestazioni sessuali in cambio dell'assegnazione di alloggi popolari: protagonista della vicenda l'assessore alla sanita', politiche della casa e protezione civile del Comune di Chieti, Ivo D'Agostino, dell'Udc, posto agli arresti domiciliari dagli uomini della Squadra Mobile locale in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Chieti, Paolo Di Geronimo, su richiesta del pm Lucia Campo; l'uomo è accusato di concussione, tentata concussione e violenza sessuale.
D'Agostino, che ha 51 anni, è sposato e padre di quattro figli: è stato arrestato questa mattina presto e dopo essere stato condotto in Questura per le formalità di rito, è stato riaccompagnato a casa.
Le vittime degli abusi sono cinque donne, per lo più ragazze madri, tre delle quali straniere, che versavano in condizioni economiche precarie alle quali l'assessore prometteva l'alloggio, pur in presenza di una regolare domanda presentata dalle malcapitate, in cambio di prestazioni sessuali.
L'indagine, come ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il dirigente della Mobile, Francesco Costantini, presente il questore Filippo Barboso, è partita dalla denuncia di una delle vittime, presentata nello scorso giugno; nel corso delle indagini è emerso che anche altre donne avevano subito lo stesso tipo di richiesta e si erano fidate delle promesse dell'assessore, accettando di fare sesso con l'uomo.
Gli abusi sono cominciati nel novembre 2011: agli inquirenti è stato mostrato il contenuto di alcuni sms che D'Agostino aveva spedito alle vittime, mentre in un caso il contenuto di una telefonata è stato ascoltato in presa diretta dai poliziotti che indagavano. Gli incontri sessuali avvenivano negli uffici comunali dell'assessorato alle politiche della casa, con D'Agostino che sarebbe riuscito a coniugare gli impegni politici con gli appuntamenti che aveva con la vittime. "Ci siamo limitati a riportare il grido di dolore di cinque donne - ha detto fra l'altro il dirigente della Mobile -. Alcune di loro non avevano il coraggio di denunciare perché vessate da D'Agostino che si faceva forza della carica rivestita".
(ANSA)
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