lunedì 29 luglio 2013

Mafia: 30 anni fa omicidio Chinnici, padre pool antimafia

ministro Cancellieri, sacrificò sua vita per lo Stato





Oggi non v'è opera pubblica in Sicilia che non costi quattro o cinque volte quello che era stato il costo preventivo, e non per la lievitazione dei prezzi, ma perché così vuole l'impresa mafiosa alla quale spesso è interessato un colletto bianco''. A dirlo, a Milano, nel 1983, era stato il magistrato Rocco Chinnici, ucciso 30 anni fa a Palermo. Il ''padre'' del pool antimafia, maestro di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, fu spazzato via dalla mafia con una 126 verde imbottita di tritolo piazzata davanti alla sua casa di via Pipitone Federico. Il boato dell'esplosione è ancora impresso nella memoria di tanti palermitani che piansero la morte del magistrato ucciso assieme al maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, all'appuntato Salvatore Bartolotta, entrambi componenti della scorta, e al portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, la mattina del 29 luglio 1983. A commemorare l'anniversario di quella strage di mafia è stato stamani ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che ha deposto stamani una corona di fiori in via Pipitone Federico. ''È il ricordo di una persona che ha sacrificato la propria vita coscientemente - ha commentato - perché sapeva il rischio a cui andava incontro e aveva chiarissimo il tipo di pericolo a cui si esponeva. Però è un uomo che ha dato tutto se stesso per il Paese, ma non lo ha fatto invano''.

Alla cerimonia, oltre ai due figli di Chinnici Giovanni e Caterina, anche lei magistrato, hanno partecipato anche il ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D'Alia, il questore Nicola Zito, il procuratore di Palermo Francesco Messineo, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, il sindaco, Leoluca Orlando e il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricordato la figura di Rocco Chinnici con un messaggio ai familiari. ''Con l'uccisione di Rocco Chinnici - scrive - la mafia si proponeva di decapitare l'Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, che sotto la sua direzione stava iniziando ad affrontare unitariamente quel fenomeno criminale, cogliendo rapporti e collegamenti che condussero in seguito ad individuare autori e cause di efferati delitti rimasti fino allora impuniti e di comprendere la complessa realtà di 'cosa nostra'''. Capo dell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo e ideatore del pool antimafia, Chinnici fu anche il primo magistrato a dedicarsi, trent'anni fa, alla diffusione della cultura della legalità nelle scuole, e il primo a tentare una tracciabilità dei patrimoni mafiosi. Era stato Chinnici, infatti, ad aiutare il segretario regionale del Pci, Pio La Torre, nella stesura del famoso disegno di legge che introduceva il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e prevedeva la confisca dei beni, approvato solo dopo l'uccisione dell'esponente politico. Chinnici fu anche il primo ad applicare la nuova legge, nel poco tempo che ebbe a disposizione. Alla memoria delle vittime della strage è stata dedicata una messa nella chiesa di San Giacomo dei militari, all'interno della Caserma ''Carlo Alberto Dalla Chiesa'' sede del Comando Legione dei Carabinieri.

Tra le iniziative organizzate dalla fondazione Chinnici, la lettura, da parte dell'attrice Pamela Villoresi di alcuni brani tratti da un ricordo di Paolo Borsellino nel volume ''L'illegalita protetta'' e dal recente libro ''Così non si può vivere. Rocco Chinnici: la storia mai raccontata del giudice che sfidò gli intoccabili''. Le manifestazioni sono proseguite nel pomeriggio a Partanna (Trapani) dove Chinnici fu pretore, all'inizio della carriera, per dodici anni. (ANSA)

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