sabato 4 novembre 2023

A NAPOLI LA SCULTURA ANTICA PIÙ GRANDE AL MONDO

 



Si trova a Napoli la scultura antica più grande al mondo: si tratta del "Supplizio di Dirce", meglio conosciuta come il "Toro Farnese", custodita dal Museo Archelogico Nazionale. L’opera venne realizzata con un unico blocco di marmo: impressionante se consideriamo che pesa 24 tonnellate, è alta quasi quattro metri e la sua base è di 9 metri quadrati; incredibile se notiamo il realismo con cui è stato scolpito l’animale ed il dramma degli umani rappresentati.


Parlando del dramma, spieghiamo cosa raffigura questa meraviglia. Il supplizio di Dirce ha le sue radici nella mitologia greca e, come tanti miti greci ha inizio con una scappatella di Zeus, padre degli dei. In questo caso il dio si accoppiò con la giovane Antiope, figlia di re Nitteo, che non gradì particolarmente la gravidanza che seguì il rapporto. Subito dopo il parto i due gemellini, Anfione e Zeto, vengono affidati ad un pastore, mentre la madre è costretta a fuggire, trovando ospitalità a Sicione, da re Epopeo.


La pace per Antigone dura poco: suo zio Lico, re di Tebe, invade Sicione, uccidendo Epopeo e prendendo la nipote come schiava. Per 20 anni la donna subisce le peggiori angherie da Lico e da sua moglie Dirce, invidiosa della sua bellezza. Un giorno, Zeus decise di intervenire per aiutare Antigone facendola fuggire. Braccata dalle guardie e dalla stessa Dirce la donna cercò rifugio sul monte Citerone, dove incontrò due giovani che si offrirono di aiutarla.


Come sempre nei miti greci, il destino entrò in gioco: i due giovani erano Anfione e Zeto che, dopo aver scoperto la verità sul loro conto, si erano messi in marcia per salvare la madre. Così, quando, Dirce arrivò per punire l’odiata Antigone i due gemelli reagirono e punirono la carceriera della madre facendole scontare tutti i soprusi in un colpo solo: la donna venne legata viva ad un toro imbizzarrito fino a quando i movimenti e la furia dell’enorme animale non le fecero esalare l’ultimo respiro.


Il “Toro Farnese” rappresenta il momento esatto in cui Dirce viene legata al toro, la paura nei suoi occhi, le sue suppliche per aver salva la vita, i muscoli dei due giovani tesi per stringere le funi, lo sguardo di Antigone, in piedi dietro all’orrore e, soprattutto, la perfetta fisionomia della creatura che sembra quasi volersi muovere nel marmo.

Mitologia greca 

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