Aiutami, padre: se voi fiumi avete potere divino,
distruggi, mutandolo, il mio corpo, che troppo è piaciuto”.
Finita appena la preghiera, un pesante torpore le invade le membra,
il dolce petto si ricopre di fibra sottile,
i capelli si allungano in fronde, le braccia in rami;
i piedi, prima tanto veloci, aderiscono a immobili radici,
una cima prende il posto del volto, le resta soltanto la bellezza.
Anche così Apollo l’ama e, poggiata la destra sul tronco,
sente ancora trepidare il petto sotto la nuova corteccia
e, abbracciati i rami come fossero membra;
bacia il legno, ma il legno rifiuta i baci.
Le disse il dio: “Poiché non puoi essere mia moglie, sarai almeno il mio albero; te avrò sempre,
o alloro, sui capelli, sulla cetra, sulla mia faretra”.
Mitologia greca
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