giovedì 30 novembre 2023

Chiesa di San Siro alla Vepra, Milano

 



"Quando l'arcangelo Michele, in contrasto con il diavolo, discuteva per avere il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!"

 Lettera di Giuda, 9


Chiesa di San Siro alla Vepra, Milano

Semisconosciuta ai milanesi stessi, la chiesa intitolata al Santo che secondo tradizione fu il primo vescovo di Pavia, è un piccolo scrigno che conserva pregevoli affreschi quattrocenteschi. Venne edificata nel IX secolo nei pressi della Vepra, antico canale del fiume Olona. Nel corso del Medioevo acquisì sempre più importanza dando il proprio nome al borgo rurale sviluppatosi intorno ad essa. Tra il 1454 ed il 1482 fu completamente riedificata in stile gotico lombardo con elementi romanici. Dell'edificio quattrocentesco rimane purtroppo solo la parte absidale poiché la famiglia Pecchi, che ne entrò in possesso nel 1483, demolì nel XVII secolo buona parte della struttura per addossarvi un'edifico rurale. Nei primi anni del Novecento subentrarono come proprietari i Fossati i quali, commissionandone i lavori all'architetto Adolfo Zacchi, fecero demolire la casa colonica per costruirvi un'elegante villa signorile in stile neorinascimentale. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la villa venne abbandonata. Durante l'estate del '44, nel pieno dell'occupazione tedesca, Villa Fossati fu requisita e divenne teatro delle terribili gesta perpetrate dalla famigerata "banda Koch" un gruppo paramilitare spalleggiato dalle autorità militari germaniche. Da allora l'edificio divenne purtroppo noto in tutta Milano come "Villa Triste". Al termine del conflitto la famiglia Fossati non fece più ritorno alla Villa e la cedette, insieme alla chiesa, all'ordine delle Suore Missionarie dell'Immacolata che tutt'ora sono presenti. L’immagine che vi proponiamo è un particolare del ciclo di affreschi quattrocenteschi di autore ignoto che caratterizzano questa piccola ma suggestiva chiesetta milanese. Nella fascia inferiore dell’abside centrale, sottostante al Cristo in mandorla attorniato dai quattro simboli degli Evangelisti, è raffigurata una serie di Santi ai lati di una Crocifissione fra la Madonna e San Giovanni. Vi possiamo ammirare San Michele Arcangelo che, oltre a colpire il demone ai suoi piedi, come nella classica iconografia cristiana, è intento alla pesatura dell'anima (psicostasia). Quest’ultima è una rappresentazione di accertata origine orientale mutuata dalla mitologia egizia. Nell’antico Egitto si credeva infatti che il destino dell’uomo dopo la morte fosse determinato dalla pesatura della sua anima, ossia dal peso delle sue azioni in vita. Anche nell’Antico Testamento sono presenti allusioni alla pesatura delle buone e delle cattive azioni. Nel Cristianesimo il compito di presiedere alla bilancia del giudizio è affidato all’Arcangelo Michele. Da notare l'omino (animula) supplichevole, posto sul piatto sinistro, che simboleggia l'anima sottoposta al giudizio insindacabile dell’Arcangelo.

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