Presero lui perché non poteva fuggire. Da bambino aveva avuto la poliomielite ed era zoppo, non poteva correre. E così mentre gli altri riuscirono a fuggire, lui rimase indietro.
A Bari, quel 28 novembre del 1977 i neofascisti si avventarono contro Benedetto Petrone in quaranta. Con le catene, i bastoni e infine i coltelli. Lo massacrarono, finendolo con una coltellata al ventre. Quaranta armati contro un ragazzo invalido.
Aveva diciott’anni Benedetto e una sola colpa: essere un militante del PCI. Era un bravo ragazzo, sempre sorridente, faceva l’operaio edile e nel tempo libero un po’ di militanza nella giovanile. Non aveva mai fatto male a nessuno. E venne punito perché non poteva correre come gli altri. Venne punito perché quel giorno 40 neofascisti cercavano qualcuno da massacrare e si avventarono sul più debole.
Al funerale andarono 30mila persone.
Benedetto era davvero un bravo ragazzo.
A lui, anche quest'anno il ricordo di tutti noi.
Leonardo Cecchi
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