Ettore, il cui nome significa «colui che resiste».
Priamo ebbe, secondo la tradizione, cinquanta figli: diciannove dalla consorte Ecuba, e i restanti da altre donne. Secondo lo pseudo-Apollodoro, Ettore sarebbe stato il maggiore, e legittimo erede della coppia. Apparse per la prima volta nel libro II alla testa dell’esercito troiano. Famoso per il suo addio alla moglie e al figlio nel libro VI, uno dei più tristi e commoventi della storia, ( ho già raccontato la storia). Omero gli dedicò il titolo di vari capitoli dei suoi poemi.
Nell’Iliade di Omero, Ettore, era capo dell’esercito durante la guerra di Troia, tenne testa ai greci per nove anni. Protetto da Ares, sconfisse ed uccise numerosi guerrieri greci, tra cui Patroclo(il migliore amico di Achille). In preda al dolore per la morte dell’amico, Achille sfidò Ettore in duello inseguendolo per tre volte intorno alle mura di Troia, e lo uccise; quindi legò il cadavere al suo carro e lo trascinò fino all’accampamento greco. Venuto a sapere che Achille intendeva negare i riti funebri a Ettore, Priamo, con l’aiuto del dio Ermes, si recò nella tenda del greco per chiedere la restituzione del corpo di suo figlio. Commosso dal dolore del vecchio re, Achille accettò e indisse una tregua per consentire ai troiani di dare a Ettore una degna sepoltura. Nell’Eneide Ettore appare in sogno ad Enea la notte in cui Troia viene conquistata, per avvisarlo del pericolo. Per primo dice ad Enea che egli ha l’incarico di portare via dalla città gli dei Penati e di fondare una nuova Troia oltre il mare.
Mitologia greca
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