Una giovane donna scrive al Presidente Napolitano: "siamo morti che camminano".
-Redazione- Nonostante l'esercito, nonostante le leggi, la Terra dei Fuochi continua ad essere sola, in balia di un persone senza scrupoli che continuano a sversare ogni tipo di materiale pericoloso e dare fuoco a rifiuti tossici in quell'area tra le province di Napoli e Caserta, 57 comuni, in cui le persone, i bambini, si ammalano di tumore e poi muoiono.
Le istituzioni sembrano sorde al grido delle persone che vivono in quei comuni, così, una di loro ha deciso di scrivere una lettera direttamente al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e pubblicata sul quotidiano campano Il Mattino.
"Egregio Presidente Napolitano,
sono una giovane donna della provincia di Napoli che alle 6.00 del mattino si ritrova già a respirare l'odore nauseante dei roghi tossici. Sa, io credo che chi mette in pericolo la salute e la vita stessa di un'intera comunità, di interi paesi, di intere città debba essere arrestato per tentato omicidio plurimo.
sono una giovane donna della provincia di Napoli che alle 6.00 del mattino si ritrova già a respirare l'odore nauseante dei roghi tossici. Sa, io credo che chi mette in pericolo la salute e la vita stessa di un'intera comunità, di interi paesi, di intere città debba essere arrestato per tentato omicidio plurimo.
Sì, Presidente. Ci stanno ammazzando tutti, lentamente e intenzionalmente. Siamo morti che camminano, siamo gente che appena sente la frase:"Sai chi ha il tumore?" rabbrividisce, perché sappiamo che da questo male raramente si esce vittoriosi e che prima o poi capiterà a chi amiamo o a noi stessi, si, perché nessuno di noi si ritiene così fortunato da scampare a tale male perché si tratta solo di fortuna se non lo conosci: IL MOSTRO.
La cosa triste sa qual è Presidente? É che noi siamo soli, soli a combattere contro chi ci vuole ammazzare, camminiamo per strada attenti ai mucchi di rifiuti, quasi facciamo la guardia per paura che venga incendiato. Denunciamo e cerchiamo di fare il nostro dovere ogni santo giorno, perché questo avviene proprio ogni giorno, ma vede, noi siamo così piccoli e impotenti difronte a questi eventi che abbiamo necessariamente bisogno dello STATO per poterne uscire.
Lei lo sa, è napoletano come noi, noi raramente chiediamo aiuto, siamo un popolo di grandi potenzialità, di grande volontà e inventiva ma su questo neo possiamo poco da soli, abbiamo bisogno di un PADRE, e in questo caso lo stato deve aiutarci. Lo sappiamo, lo abbiamo capito, lo stato é un padre assente, forse colpevole, non lo so, non voglio nemmeno pensare che sia possibile, perché un padre non uccide i propri figli, i figli vanno protetti, curati e noi siamo in pericolo costantemente, dobbiamo essere tutelati. Lo stato può, lo stato deve perché senza popolo alla fine non ha motivo di esistere.
Il mio appello è chiaro, forte. Gli unici odori che vorremmo respirare sono: l'odore dello zolfo, della brezza marina, del caffè, dell'erba verde dei campi da calcio, del pesce appena pescato, della frutta fresca e dell'aria frizzante del mattino. Noi Vogliamo semplicemente vivere. Presidé, chiediamo troppo?"
http://www.articolotre.com/2014/10/terra-dei-fuochi-lettera-a-napolitano-preside-noi-vogliamo-solo-vivere/
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