Tra le prime donne in Italia ad occuparsi di fisica sperimentale spicca il nome di Nella Mortara. Figlia dell’insigne giurista Lodovico Mortara (già Ministro di Grazia e Giustizia durante il primo governo Nitti), si laureò in fisica nel 1916 presso il Regio Istituto di Fisica di Via Panisperna. Quelli erano gli anni di consolidamento dell’Istituto romano, che per anni era stato sotto l’illuminata direzione di Pietro Blaserna, che aveva riformato in modo radicale la didattica per competere con le altre nazioni europee. Dopo la morte di Blaserna, subentrò Orso Mario Corbino a ricoprire la cattedra di fisica sperimentale. Nel 1919 Corbino nominò Mortara sua assistente, con il ocmpito di coordinare la Scuola pratica per i corsi di fisica, ingegneria, matematica e chimica. La sua bravura come didatta e la sua costante presenza la fecero diventare un punto di riferimento dell’Istituto. Formò generazioni di studenti che riconoscevano la sua guida autorevole, ma anche il suo calore umano, tanto da soprannominarla affettuosamente “zia Nella” (ma forse, rubando le parole agli amici di La Scienza Coatta, pure perché non ce la facciamo mai a parlare di una donna senza tentare di sminuirla).
Le sue prime ricerche sperimentali, svolte inizialmente sotto la guida di Corbino e del giovane assistente Giulio Cesare Trabacchi, si incentrarono su un’applicazione medica dei raggi X (in particolare lo studio sui tubi di raggi X impiegati in radiografia), dimostrando “rara padronanza nell’elettronica del suo tempo”. Nel frattempo, nel 1923, Corbino aveva istituito nei locali di via Panisperna l’Ufficio del Radio che, sotto la direzione di Trabacchi, si specializzò presto nella preparazione di campioni disegnati per ambiti medici.
Mortara si impadronì presto delle complesse tecniche di estrazione e purificazione per la preparazione di tali campioni. I suoi studi si incentrarono, in particolare, nella risoluzione di problemi degli strumenti usati sulla taratura dei preparati radioattivi. In un suo lavoro “Un metodo semplice per determinare il coefficiente di diffusione della emanazione di radio” (1933), Mortara determinò il coefficiente di diffusione dell’emanazione di radio in buon accordo con i valori trovati da altri ricercatori, con il vantaggio di semplificare notevolmente il metodo di misurazione.
Negli stessi anni in quella via, Enrico Fermi e i suoi collaboratori stavano studiando gli effetti sulla radioattività indotta dai neutroni e le proprietà dei neutroni lenti. L’Ufficio del Radio giocò un ruolo fondamentale nella riuscita di queste ricerche.
Intanto, nel gennaio del 1934, prese la libera docenza in fisica sperimentale, ma con la promulgazione delle leggi razziali venne dichiarata decaduta dall’abilitazione “perché di razza ebraica”. Si rifugiò allora in Brasile dal fratello, anche lui fuggito dall’Italia per il medesimo motivo. Ma con un avventuroso viaggio, motivato dalla preoccupazione per la famiglia, ritornò a Roma dove passò un periodo di clandestinità. Nell’agosto del 1944 due posti di assistente di ruolo si resero vacanti e uno fu messo a disposizione dal direttore dell’Istituto di Fisica di Roma Antonino Lo Surdo “per il reintegro della dott.ssa Nella Mortara che già l’occupava avanti i provvedimenti razziali.”
Ma tutto era cambiato. La sede era ormai spostata presso la città universitaria della Sapienza e Lo Surdo non attirava particolarmente le simpatie di Mortara. In una lettera a Enrico Persico, che conobbe da studente a Roma e con il quale istaurò una profonda amicizia, scrisse:
“Quanto al ritorno in servizio mi ci hanno richiamato solo da pochi mesi, ma credo che prima di ottobre darò volontariamente le dimissioni, perché non mi ci ritrovo più bene. E poi, quel Direttore! Nei tempi dei tedeschi, fingeva di non riconoscermi, se m’incontrava. Dopo, invece, voleva quasi abbracciarmi!”
Riammessa all’Università dove tenne esercitazioni di fisica sperimentale fino al 1958, anno in cui Trabacchi la volle a lavorare nei laboratori di fisica dell’Istituto Superiore di Sanità, dove rimase a collaborare per oltre vent’anni.
Storie Scientifiche
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