lunedì 27 giugno 2022

Tommasi sindaco

 


Damiano Tommasi ha scritto la storia. Sindaco di Verona senza proclami, promesse sguaiate, insulti agli avversari. Mantenendo quello stile e quella sensibilità umana che nel mio piccolo ho potuto constatare già da 20 anni fa.


Ero un bambino disinteressato al calcio con amici pazzi di calcio in una città pazza di calcio. Tommasi abitava nel mio stesso quartiere, il Torrino. Lo incontravamo spesso e lui si fermava puntualmente a giocare con noi. 


In fondo ciò che ha fatto a Verona, con semplicità. Camminare tra la gente, ascoltandola, a partire dalle periferie. Con un gioco di squadra vero, con la sua ondata gialla intergenerazionale. Senza prime punte, senza protagonismi, egocentrismi.


Tommasi era soprannominato l’anima candida in un mondo spesso superficiale e poco edificante. Non solo non è stato cambiato da quel contesto, ma ne è uscito rafforzato, migliore, con l’esigenza di impegnarsi nella sfera pubblica a partire dal tutelare le fasce più deboli della sua città.


Più che un lavoro da mediano, un lavoro di vero uomo di sinistra. Un mediano non è una punta, ma Damiano oltre ad aver svolto come sempre il suo compito di infaticabile giocatore che si sacrifica per gli altri, ha segnato un gol fondamentale di cui ci ricorderemo a lungo: ha aperto una stagione nuova, basata sull’antico e profondo rispetto per la politica, ma soprattutto ha reso visibile a tutti – qualora ce ne fosse ancora bisogno -  il livello bassissimo del centro destra italiano e la possibilità reali di vittoria del centro sinistra quando fa l’unica cosa che è deputato a fare per non snaturarsi: partire dai fragili e tenere unita la collettività democratica.


Grazie Damiano.

Leonardo Cecchi 

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