Donato Marti non ce la faceva ad andare avanti con la sola pensione. Per questo era tornato sui cantieri. A 72 anni. Avrebbe dovuto fare il nonno delle sue nipotine, e invece si è ritrovato a lavorare come operaio edile alla sua età.
È morto ieri, a Lecce. Caduto da cinque metri di altezza mentre lavorava per ristrutturare un immobile. Non c’è stato niente da fare. Lascia una moglie, due figli e i nipoti.
Un Paese dove una persona della sua età è costretta a salire su un cantiere per sopravvivere, non è un Paese civile, non è un Paese europeo. È un Paese incivile, violento e disumano. Perché la disumanità passa anche da queste cose: passa dal costringere i pensionati a salire sui cantieri, a rovistare nella spazzatura, a digiunare. Passa dal costringere le persone di ogni età a fare cose che non dovrebbero fare o accettare condizioni che non dovrebbero accettare per sopravvivere.
Inciviltà è esattamente questo: far sopravvivere le persone. Tirare fuori il peggio. A prezzi alti, altissimi, come la vita. Perché Donato è morto di sopravvivenza. E come lui tanti altri, ogni giorno, patiscono per lo stesso motivo.
Chi, in politica, ignora questo, non merita di esser votato.
Leonardo Cecchi
Nessun commento:
Posta un commento