Questa persona, Hoara Borselli, di cui io ignoravo l’esistenza ma che fa l'opinionista, oggi va dicendo che manca “sacrificio e fame” ai giovani. Perché lei a 15 anni faceva la barista e si faceva pagare un gelato al giorno.
Voglio provare a spiegare una cosa a chi parla di sacrifici e fame.
Vanno bene entrambi, nessuno lo nega. Per andare avanti nella vita servono. Questo è vero come il giorno.
Ma il problema è che oggi dietro quel “sacrifici e fame” non c’è nessuna bella novella del giovane che si impegna, lavora duro e quindi del “padrone”, benevolo saggio, che lo premia e lo fa avanzare. Non esiste la retorica da film del padrone che ti schiavizza per “educarti” e lo fa per il tuo bene.
C’è il padrone che ne approfitta e continua a tenerti alla fame facendoti fare sacrifici perché vuole guadagnare di più alle tue spalle.
Quel gelato di cui le parla, dunque, non è “educativo”. Non c’è nessuna lezione dietro, perché al padrone di dare lezioni al ragazzo/a non gliene può fregare di meno. A lui gliene frega di pagarti il meno possibile così i soldi se li prende lui. E non c'è lieto fine fiabesco.
Quindi finiamola con la retorica “dell’educazione” fatta facendoti lavorare 10 ore al giorno a 300 al mese. Perché è una fregnaccia che giustifica chi sfrutta gente alla fame - spesso giovani - con la scusa di educare.
Si educhino loro a pagare il giusto e non sfruttare, altro che storie.
Leonardo Cecchi
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