sabato 18 giugno 2022

Patrizia Scifo

 


La picchiava di continuo, la seviziava. Una volta la costrinse a subire anche la roulette russa, con una pistola carica. Patrizia Scifo si era innamorata di quell’uomo da ragazzina, quando aveva 17 anni. Ma quando si rese conto di chi fosse realmente quella persona, era già troppo tardi.


Quell’uomo era Giuseppe Spatola, mafioso. Più grande di lei di 11 anni, dopo i primi mesi in cui era riuscito a manipolarla convincendola ad andare contro la famiglia, si rivelò per ciò che era: una bestia, senza offesa per le bestie. Che creò un inferno da cui Patrizia non riusciva ad uscire.


Tutto però cambiò quando nacque la loro bambina, Angelica Monica. L’amore che Patrizia provava per quella bimba le fece trovare la forza di denunciare tutto, le sevizie, le torture, le botte. Di denunciare e di lasciarlo.


Era il 18 giugno 1983 quando la portò da sua madre, a Niscemi. Le disse che sarebbe venuta a prenderla il giorno dopo, forse voleva andare via.


Non tornò mai più perché quella notte venne strangolata a morte da Spatola e poi seppellita in un terreno.


Non si seppe subito e lei venne data per dispersa. Il padre, Vittorio, non smise mai di cercarla. E il 18 luglio la mafia uccise anche lui perché faceva troppe domande e stava creando problemi ai clan.


Nel ricordo di Patrizia e di Vittorio, non dimentichiamo cos’è la mafia e chi si sono i mafiosi. Sono la dannazione di questo Paese e uno dei mali peggiori che potessero mai capitare. Non scordiamolo mai.

Leonardo Cecchi 

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