giovedì 28 ottobre 2021

I leghisti talebani

 


Il sindaco della Lega di Terni Leonardo Latini vieta abiti indecorosi per le donne.


Terni, “no all’abbigliamento indecente ed indecoroso”. Bufera sull’ordinanza del sindaco


Ordinanza del primo cittadino contro la prostituzione, proteste: "Chi definisce cosa è indecoroso". La Lega: "Strumentalizzazioni"


TERNI – Alcuni hanno pensato ad uno scherzo, viste le modalità. Ed invece no. Sull’onda di quanto già fatto da altre amministrazioni a matrice leghista, anche Terni vara una ordinanza ‘antiprostituzione’ che vieta di indossare ” abbigliamento indecoroso o indecente o che mostrino nudità”, in alcune specifiche vie del centro ad alto tasso di meretricio notturno.


La cosa ha ovviamente fatto scoppiare una polemica perchè ovviamente la cosa è da ritenersi assolutamente soggettiva: chi definisce quanto è decoroso o indecente un abbigliamento? Una ragazza che gira in top e shorts o con una minigonna molto corta, va automaticamente annoverata fra le persone  a rischio. Attenzione quindi, perchè di fronte a persone così vestite, secondo l’ordinanza è anche vietato ” intrattenersi, con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”. Dunque, vietato rivolgere la parola ad una ragazza scollata ed in minigonna, hai visto mai stiate trattando sul prezzo.


Facile pensare quindi, che da qui al 31 gennaio 2022, giorno di scadenza dell’ordinanza, ci possano essere retate il sabato sera a corso Tacito, dove l’abbigliamento “indecoroso” secondo gli standard del sindaco, prolifera.


ORDINANZA ANTIPROSTITUZIONE

La prostituzione? Colpa delle dell’abbigliamento delle donne


Insomma, secondo l’ordinanza del Comune, la soluzione per combattere la prostituzione è quella di vietare alle donne di vestirsi come preferiscono. Sta poi alla discrezione di qualche vigile più o meno bacchettone stabilire se quell’abbigliamento sia allusivo, o meno. Si registra l’intervento di Federica Burgo, vicepresidente di di Terni Valley: “L’ordinanza si riferisce chiaramente al comportamento ma soprattutto all’abbigliamento- dice – niente leggi che perseguono con maggiore intensità gli atteggiamenti inequivocabilmente criminali, niente incremento della vigilanza notturna, nulla di questo genere, nessun intervento fattivo e quantificabile: come sempre, a rimetterci sono le donne, e un ideale di abbigliamento che non solo non è chiaro (sono quindi vietate le gonne? E di quale lunghezza? Sono vietate le scollature, e di quale profondità?), ma va a ledere la libertà individuale in nome di un decoro tanto ridicolo quanto anacronistico. La stessa amministrazione che magari critica ferocemente chi per cultura porta l’hijab. Un’ordinanza del genere sembra girare intorno all’argomento piuttosto che risolverlo, utilizzando per altro tematiche ed espedienti che vorrei vedere superati da chi dovrebbe rappresentarci.”


La replica leghista


Non è un caso che la replica venga dalla Lega: “Tutto potevamo aspettarci tranne che la sinistra ternana insorgesse contro l’ordinanza che punta a contrastare il fenomeno della

prostituzione. Gli strumenti utilizzati sono quelli soliti: la mistificazione dei fatti, la strumentalizzazione, le bugie create ad arte per confondere i cittadini ternani su un’ordinanza fondamentale per il decoro e la sicurezza che la stessa città ci chiede”. “Forse – proseguono i consiglieri comunali-  la sinistra dimentica che dietro al fenomeno della prostituzione ci sono storie tremende di soprusi, di violenze, di sfruttamento che viene perpetrato nei confronti di ragazze anche minorenni. Ci dispiace per la sinistra, ma noi tutto questo non possiamo tollerarlo. Sapere che c’è qualcuno che si oppone all’azione di contrasto della prostituzione è per noi motivo di incredulità, ma anche di grande dispiacere”. La polemica è servita.

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