È il 25’ del primo tempo di Cisonese-San Michele Salsa, match di Prima Categoria veneta.
Questo ragazzo qui, Ousseynou Diedhiou, calciatore del San Michele, si è appena rivolto all’arbitro per chiedere delucidazioni quando dagli spalti qualcuno si alza e grida: “Stai zitto, neg*one.”
La reazione dei compagni è (giustamente) immediata. Ed è qui che al razzismo si unisce la vergogna.
Prima Marco Russo si rivolge al “tifoso” (nonché, si scoprirà in seguito, padre dell’attaccante della Cisonese) dandogli semplicemente dell’ignorante. Risultato? Espulso.
A quel punto il capitano del San Michele decide di ritirare la sua squadra dal campo. Un gesto forte, contro il razzismo, da applausi.
Sapete come è andata a finire? Partita sospesa e sconfitta 3-0 a tavolino per Diedhiou e compagni per “abbandono del campo”.
Oltre al danno, la beffa, insomma.
Ma a cosa serve continuare a parlare di razzismo negli stadi ogni lunedì mattina, a chiedere azioni e reazioni durissime se poi, quando una squadra di Prima categoria si ribella al razzismo, viene bastonata in questo modo?
Solidarietà totale a Diedhiou per quello che ha subìto. Applausi a tutto il San Michele per il gesto e il coraggio.
Per il resto solo rabbia e miseria.
Qualcuno chieda scusa a questi ragazzi, e li ringrazi pure.
Lorenzo Tosa
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