Che notizia terrificante. Scopro adesso che Luigi Amicone se n’è andato nella notte. Aveva appena 65 anni.
Sono frastornato e allibito. Mi sono battibeccato per anni con lui. Per anni. Prim’ancora che passassi al Fatto Quotidiano, e parlo dunque degli anni del blog di Micromega (2009/10), avevo preso di mira Amicone per le sue posizioni oltremodo teocon. Lo avevo reso un tormentone, un po’ come il povero Nardella sotto il renzismo. Amicone, su certi temi, era una sorta di “Adinolfi colto” e simpatico. Comunione e Liberazione, Forza Italia. Lontanissimo da me e immagino da molti di voi.
Quando parlava di eutanasia, di aborto, di diritti civili mi faceva incavolare da morire. E allora lo “colpivo” con la satira. Quando poi ci incrociammo dal vivo in tivù, anni dopo, mi disse che si divertiva a leggermi (come Nardella). La sua autoironia, rarissima nel mondo politico e giornalistico, mi colpì molto. Era spesso insopportabile sul piano politico e gradevolissimo come persona. L’avversario ideale.
Negli ultimi anni, benché giovane, era un po’ uscito dai radar tivù (l’apice mediatico lo raggiunse durante gli anni del bunga bunga, dove si ostinava a difendere l’indifendibile). È quindi probabile che gli under 35 lo conoscano di meno. Ho appreso della sua morte da Gad Lerner, che lo conosceva molto bene, ci ha litigato per decenni e adesso lo piange come si piange un amico. E le parole di Gad dicono tutto.
È una notizia terribile. Fai buon viaggio, Luigi. Ti auguro di trovare, adesso, quel che eri certo di trovare.
Andrea Scanzi
Nessun commento:
Posta un commento