Immagino sia una delle paure più grandi per un genitore: scoprire di avere un figlio criminale, o che comunque compie atti infami. In questi casi, ed è una cosa che odio, molti genitori difendono a prescindere il figlio, perché “la famiglia è la famiglia”. Una roba insopportabile. Per questo motivo mi ha colpito molto la storia, raccontata da Fanpage, di una madre e un padre nel cosentino. Hanno scoperto che il figlio, 16 anni, ha massacrato di botte a scuola un ragazzino di 14 anni. E lo hanno denunciato alle autorità. Hanno anche scritto questa lettera, che trovo tremenda e bellissima.
“Da poche ore abbiamo appreso, da nostro figlio, che è lui l'autore dell'aggressione al giovane di Castrolibero. E, da quello stesso istante, il mondo ci è crollato addosso, con una sola certezza: quella di dover informare le Forze dell'Ordine.
Il fatto, da qualunque angolazione lo si guardi, è di gravità inaudita. È grave per la giovane vittima, è grave per la sua famiglia, è grave per nostro figlio, è grave per nostra figlia che, frequentando quella stessa scuola, rischia di portare il peso di comportamenti non suoi e, se possibile, è ancora più grave per me e mia moglie, che stiamo vivendo il dramma di un fallimento. Perché in questo momento ci troviamo a sperimentare che quello del genitore è veramente il mestiere più difficile al mondo”.
“Non facciamo altro che chiederci dove abbiamo sbagliato, dopo aver vissuto una vita intera guidati dai valori dell'accoglienza, della correttezza e del senso di responsabilità. Valori lontani anni luce da queste azioni. Non so se avremo mai risposta a questa domanda, ma, proprio sulla base dei valori che ci guidano, riteniamo giusto che nostro figlio impari ad assumersi le sue responsabilità ed a rispondere delle sue scelte e delle sue azioni, sebbene ancora minorenne”.
Una lettera davvero straordinaria, che deve fare riflettere tutti.
Andrea Scanzi
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