venerdì 30 novembre 2012

CON INQUINAMENTO MENO SUPERINTELLIGENTI


ROMA - Nel mondo è in corso una pandemia silenziosa dovuta a composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini, portando a disturbi comportamentali quali l'autismo ol'iperattività fino al ritardo mentale. E' l'allarme lanciato sulla rivista britannica "The Lancet", dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno stilato la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche, finora composta da 202 voci ma non esaustiva.

   Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra 1960 e 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento.

   I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile.

   Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. I ricercatori hanno esaminato tutti i dati disponibili per identificare i composti chimici di uso comune nelle industrie che sono più a rischio di causare disturbi dello sviluppo del cervello. Ne è uscita una lista di 202 sostanze ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe raggiungere le tre cifre, con il risultato che milioni di bambini nel mondo sono oggi "vittime" ignare di un'epidemia silenziosa. Purtroppo è ancora molto il lavoro da fare per salvaguardare la salute dei bambini: bisogna adottare il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito se ne dimostri l'innocuità, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa ma è ancora sottovalutato negli Usa.

   E come se non bastasse, osserva Grandjean, anche laddove la tossicità sia documentata come per i primi cinque composti nella lista (metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) non si interviene con una regolamentazione adeguata. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcuna regolamentazione a misura di bambino.

  Si parla quindi di una epidemia silenziosa perché si tratta di problemi subclinici ma il suo impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significanoridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani. "Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano".

(ANSA)

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