venerdì 30 novembre 2012

DECIFRATO IL DNA DELLE API


ROMA - I geni delle api non hanno più segreti. La mappa del patrimonio genetico di questi insetti è stata infatti completata e gli studi relativi sono pubblicati su quattro delle più importanti riviste scientifiche internazionali: Nature, Genome Research, PNAS and Science. Conoscere il genoma delle api significa, per esempio, avere elementi nuovi per comprendere il complesso comportamento sociale di questi insetti, così come potrà aiutare a ricostruire le loro origini geografiche.
L'ape (Apis mellifera) è il terzo insetto il cui DNA è stato ricostruito, dopo il moscerino della frutta e la formica. Ma è la prima volta che l'analisi dei geni risulta strettamente collegata a una struttura sociale complessa come quella delle api, dove le regine hanno il solo compito di generare i nuovi individui, mentre le api operaie incapaci di riprodursi sono specializzate in compiti molto diversi, come procurare il cibo, avere cura dei piccoli, costruire l'alveare e difendere la colonia. Dietro l'alto livello di specializzazione di ciascuno di questi compiti, secondo gli esperti, la genetica gioca un ruolo niente affatto secondario grazie a piccole sequenze di RNA (chiamate micro RNA), il cui compito è regolare l'espressione di altri geni, direttamente coinvolti nel determinare ruoli e compiti dei diversi individui.
SCOMPAIONO API, A RISCHIO RACCOLTI - Le Grandi Pianure e gli infiniti campi di grano e di mais del Midwest, i granai degli Stati Uniti, sono a rischio perché le api, ormai troppo poche, non svolgono più il loro indispensabile lavoro di impollinazione. L'allarme è stato lanciato dal National Research Council (Nrc) americano, l'equivalente a stelle e strisce del Cnr italiano: negli Stati Uniti le api stanno scomparendo, con possibili ripercussioni su tutta l'economia americana, mettendo gli agricoltori in grosse difficoltà. Secondo gli entomologi americani del National Research Council, il numero di api domestiche è diminuito negli ultimi anni almeno del 30 per cento.
"Non sembra una notizia, ma la diminuzione della popolazione di insetti impollinatori come le api è un cambiamento che ha la capacità di alterare radicalmente l'ecosistema terrestre", spiega preoccupata May Berenbaum, un'esperta dell'Università dell' Illinois. Tre/quarti delle piante dipendono infatti dall'opera fertilizzante di questi piccoli insetti, oltre a quella dei calabroni, dei colibrì e perfino dei pipistrelli. Negli Stati Uniti in particolare, le api domestiche impollinano circa il 90% di tutte i raccolti sfruttati commercialmente. "Il giro di affari che dipende dall'azione delle api nei soli Stati Uniti oscilla tra i 10 ai 20 miliardi di dollari l'anno", sottolinea Gene Robinson, uno degli entomologi a capo del comitato scientifico che ha svolto lo studio, commissionato dalla North American Pollinator Protection Campaign (Nappc), la campagna di protezione delle api. E' quindi comprensibile l'agitazione degli agricoltori, che l'anno scorso avevano dovuto affittare o comprare intere colonie di api, cosa che non accadeva dal lontano 1922, per non mettere a rischio i loro raccolti.
Diverse sono le cause scatenanti della diminuzione dei preziosissimi animali. In primo luogo, l'uso massiccio dei pesticidi, poi l'introduzione nel continente di agenti patogeni e insetti alieni: recentemente quella di un particolare acaro, oltre alle cosidette api africane, più battagliere ma meno produttive delle comuni api domestiche, di cui stanno prendendo il posto. Gli esperti citano anche il progressivo deterioramento dell' habitat naturale di molte specie, come quello dei pipistrelli, o il cambiamento di clima che costringerebbe diverse specie di uccelli a cambiare rotta migratoria. L'emergenza sarebbe comunque globale: anche in Europa molte specie sarebbero in forte calo, se non in pericolo di estinzione.

(ANSA)

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