venerdì 30 novembre 2012

20/10/2004 Tutta la verità: la Juve doveva andare in serie B con Milan e Lanzie!



Carlo Petrini è stato uno dei piu’ noti giocatori degli anni settanta. Nella primavera del 1980 risultò coinvolto nello scandalo del calcio scommesse: a Petrini fu inflitta una pesante squalifica che mise fine alla sua carriera di calciatore. Insieme a lui furono squalificati Savoldi (Bologna) e Paolo Rossi. A tutti fu regalata un'amnistìa nel 1982, casualmente alla vigilia dei campionati mondiali, quei mondiali che l'Italia vergognosamente vinse grazie ai gol di Paolo Rossi.
In quegli anni, ma sicuramente anche in questi visto che i personaggi sono sempre gli stessi, il callcio scommesse e le partite truccate erano all'ordine del giorno e coinvolgevano molte squadre di serie A, B e C, tra cui la Juventus. Incredibilmente però il mondo del calcio fece di tutto per trovare due o tre capri espiatori, che erano quasi tutti a fine carriera, salvando i giocatori più di valore ed ovviamente la Juventus, che con un'azione dallo stile "coscarolo" risolse la questione, con la chiara e compiacente complicità della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

La cosa ancora più schifosa di questa storia è l'omertà che circonda la pubblicazione del libro: un libro che non solo dovrebbe riaprire un'inchiesta (esistono nuovi elementi che non erano a conoscenza dei magistrati), ma che dovrebbe indignare la stampa sportiva, dovrebbe far discutere di tante cose i giornalistucoli/leccaculi delle testate sportive.

In questa sua auto confessione, Petrini racconta i pareggi concordati e le partite vendute, ma soprattutto l'incredibile epilogo di quella vicenda tutta italiana che culmina con l'assoluzione della Juventus. Ci tengo a sottolineare che Petrini all'interno del suo libro/autobiografia/inchiesta propone centinaia di nomi e fatti: nessuna di queste persone ha mai accusato in via formale o informale Petrini di calunnia o diffamazione. Tanto basta per credere alle sue parole.

Il brano è tratto dall'interessantissimo libro di Carlo Petrini "Nel fango del Dio pallone", edito da Kaos edizioni, eccone l'estratto:

Domenica 13 gennaio 1980 si doveva giocare BOLOGNA – JUVENTUS.
I bianconeri erano in una situazione disastrosa: erano reduci da tre sconfitte consecutive e in classifica stava scivolando in zona retrocessione.
Il giovedì prima della partita il nostro direttore sportivo (Sogliano) alla fine dell’allenamento ci raduno tutti nello spogliatoio e ci disse:
"ci siamo messi d’accordo con la Juve per pareggiare la partita di domenica. E’ chiaro per tutti?" nessuno di noi giocatori ebbe niente da obbiettare, cosi Sogliano se ne ando’ tutto soddisfatto.
A quel punto il nostro allenatore ( Perani) ci propose di scommettere sul risultato di quella partita.
Discutemmo con Perani la somma da puntare , alla fine si optò per 50 milioni.
Dovetti convincere ad accettare la nostra scommessa da parte degli scommettitori clandestini perche’ non si fidavano. Infatti mi dissero che ultimamente avevano preso più di una fregatura: certi giocatori gli avevano promesso di risultati che in campo non erano stati mantenuti. Avevano perso un mucchio di soldi. Si convinsero solo quando gli dissi che gli accordi per il pareggio non li avevamo presi noi giocatori , ma i dirigenti delle due società. La prova di quello che dicevo si trovo nella Gazzetta dello Sport della domenica mattina :"ALLA JUVE BASTA UN PAREGGIO" dichiarava l’allenatore bianconero Trapattoni . Ricordo che quando uscii dagli spogliatoi per recarmi in panchina incrociai Trapattoni. Gli raccomandai il rispetto dell’accordo preso dalle due società, e lui mi disse che potevamo stare tranquilli , che non c’era nessun problema. Anche i miei compagni , nel sottopassaggio prima di entrare in campo, fecero lo stesso con alcuni giocatori juventini ( che quel giorno erano: ZOFF CUCCUREDDU CABRINI GENTILE BRIO SCIREA CAUSIO PRANDELLI TAVOLA BETTEGA MAROCCHINO) gli dissero che avevamo scommesso sul pari; uno di loro rispose:

"TRANQUILLI , NOI OGGI NON ABBIAMO SCOMMESSO , IL COLPO L’ABBIAMO GIA’ FATTO DUE DOMENICHE FA’ CON L’ASCOLI".

Quando si concordavano i pareggi si puntava allo 0 a 0, proprio per evitare di trovarci in situazioni imbarazzanti o che il controllo del risultato potesse sfuggire di mano. Fu cosi per quasi tutto il primo tempo, il nostro primo tiro in porta fu al 35° minuto , la Juve non fece molto di più. Il pubblico cominciò a protestare , sembrava una commedia più che una partita di calcio.
Nella ripresa il nostro portiere Zinetti , totalmente deconcentrato, ne combinò una grossa: al 10°minuto , su un’innocente tiro di Causio , si impaperò e il pallone gli scivolò nella rete.
In campo l’imbarazzo fu generale. Causio , più dispiaciuto che contento per il goal, si avvicino alla panchina e discusse con Trapattoni.
Nel giro di pochi minuti incominciammo a credere che i giocatori della Juve non volessero più rispettare l’accordo. La Tensione in campo divenne alta, noi insultavamo gli juventini, che tacevano imbarazzati. A un certo punto Bettega ci disse "Calmatevi,: la responsabilità di farvi pareggiare me la prendo io". Meno’ di un quarto d’ora dopo la situazione venne risolta dagli stessi bianconeri: su un nostro calcio d’angolo , Brio ci regalò una bella autorete. Tutti a posto e tutti contenti.
L’indomani leggendo la cronaca della partita , c’e la ridemmo di gusto . Un nostro dirigente venuto a sapere del pareggio concordato ci disse:"Brutti Stronzi ,potevate dirmelo che scommettevo anch’io." I soldi che avevamo vinto per questo pareggio concordato non li avremmo mai presi. Alcuni di noi (me compreso ) fecero altre combine.
A fine febbraio il presidente e Sogliano mi chiesero se oltre alla partita con la juventus noi giocatori avevamo preso accordi con altri pareggi combinati. Io negai stupito. Il presidente mi disse " mi hanno chiamato due tizi con l’accento romano : vogliono 200 milioni , sennò presenteranno una denuncia alla procura di Roma…….. Non capisco: hanno avuto il pareggio con la Juve, non vi hanno ancora pagato i 50 milioni della scommessa, e vogliono denunciarci!".
Fu la fine . Il 16 marzo i giudici avevano mandato una prima serie di comunicazioni giudiziarie per truffa. Fra gli altri ai presidenti e allenatori di BOLOGNA e JUVENTUS. La sera alla domenica Sportiva , fecero rivedere i due autogol della partita incriminata, il signor Bettega in collegamento da Torino, protestò , era indignato, fece una bella sceneggiata. Noi , vedendo la scena in Tv, trovammo la forza di ridere. Non solo era un ottimo giocatore ,ma l’attaccante della juve era anche un grande attore. Ormai era tutto finito. Ci furono arresti in Tutta Italia , tanti giocatori erano coinvolti e tante squadre furono penalizzate ( una su tutte il MILAN) Perche’ nessuno di noi del Bologna , venne arrestato come tutti i giocatori coinvolti nello scandalo? Forse perche’ di mezzo c’era la nostra partita con la Juventus. Se fossimo finiti in carcere, avremmo potuto raccontare di quel pareggio combinato con la squadra dell’Avvocato. (...)

(...) Ai primi di maggio (1980 ) la Federazione chiuse la sua inchiesta. Per la partita Bologna – Juventus del 13 gennaio venivo rinviato a giudizio con altri miei compagni, presidente e allenatore del bologna compresi. Il processo riguardava anche Boniperti e Trapattoni. (Presidente e Allenatore della Juventus)
Il processo per noi del Bologna cominciò il 23 maggio, qualcuno mi disse che erano in corso grandi manovre per insabbiare la partita con la Juve. Le previsioni vennero tutte confermate.

Mi misero davanti ad uno dei miei due amici scommettitori , io negai Tutto ma loro confermarono le accuse nei miei confronti. Incontrai Boniperti e il legale della Juve, l’ Avvocato Chiusano.
Disse che voleva parlarmi. Mi disse" Petrini , è nell’interesse di tutti che il signor Cruciani non venga a testimoniare. Noi rischiamo la Serie B , lei la radiazione. Quindi cerchi di rintracciare Cruciani e li prometta tutto cio che vuole. Se lei darà una mano a noi, noi daremo una mano a lei, d’accordo?. Io non sapevo cosa fare. Decisi di accettare e incontrai Cruciani. Li riferii quello che mi aveva detto Boniperti, non si doveva presentare al processo , gli dissi che se non fosse andato a testimoniare la Juve aveva pronto un assegno di 70 milioni tutto per lui.
Mi disse " vabbe’ domani sparisco ma guai a voi se mi fregate un’altra volta . Torno e vi faccio neri tutti quanti."
L’indomani, quando arrivai in Federazione mi vennero incontro Boniperti e Chiusano. Il primo era agitato, il secondo era una statua. Gli dissi che era tutto a posto ; Cruciani non si sarebbe presentato ma in cambio voleva 70 milioni, il prezzo stabilito. Boniperti tirò un sospiro di sollievo.
Fui costretto a confrontarmi con Trinca, stavolta per la Partita giocata contro la Juve.
Io negai tutto. Trinca era infuriato perche’ Cruciani non si presentò. Ai giornalisti che gli domandavano dell’assenza di Cruciani, Trinca dichiarò:" Cruciani non è venuto forse perché a paura (...). E’ troppo facile prendersela con il Milan e con Colombo ( Presidente della squadra Rossonera.): anche la Juve deve finire in serie B!!! sennò è uno scandalo."
Per il giudice le due società Juventus e il Bologna furono assolte per mancanza di prove.
Furono inflitte pene ai giocatori del Bologna (per altre partite combinate ) tra cui io. Fra tutte le squadre coinvolte nello scandalo , la sola che ne usciva con il minimo danno era la Juve.
Ecco come la Juventus venne salvata dalla Serie B.

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