IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - ERA CONSIDERATO UN REGISTA IMPORTANTE, ALMENO NEGLI ANNI ’80, PETER DEL MONTE, SCOMPARSO OGGI A 77 ANNI DOPO LUNGA MALATTIA A SANTA MARINELLA. AVEVA CREATO QUASI DAL NULLA LA CARRIERA DI VALERIA GOLINO, AVEVA RILANCIATO KASIA SMUTNIAK. IL FILM CHE LO LANCIÒ FU “IRENE, IRENE” CON OLIMPIA CARLISI. “COMPAGNA DI VIAGGIO”, COSTRUITO SULL’INCONTRO TRA UN GIÀ VECCHIO MICHEL PICCOLI E UNA GIOVANISSIMA ASIA ARGENTO, RIMANE LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE DI ASIA E UNO DEI FILM… - VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Era considerato un regista importante Peter Del Monte, scomparso oggi a 77 anni dopo lunga malattia a Santa Marinella. Almeno negli anni ’80. Colto, intelligente, sensibile, bravissimo nel mettere in scena personaggi femminili complessi, come si diceva una volta. Aveva creato quasi dal nulla la carriera di attrici come Valeria Golino, che con lui girerà in un ruolo esplosivo “Piccoli fuochi”, poi “Tracce di vita amorosa” e “Controvento”, oltre a essere sua compagna a metà degli anni ’80.
Aveva offerto a Olimpia Carlisi uno dei suoi ruoli migliori in “Irene, Irene”, aveva lavorato con attrici importanti come Kathleen Turner in “Giulia e Giulia”, complesso esperimento visivo che non funzionò come si sperava, o come Jennifer Connelly in “Etoile”, un film che abbiamo purtroppo dimenticato da tempo e ci piacerebbe rivedere.
Più recentemente aveva rilanciato Kasia Smutniak sapendone cogliere le più intime sensibilità in “Nelle tue mani”, il film che le aprirà una nuova carriera nel cinema d’autore. Nato a San Francisco nel 1947, cresciuto a Roma, dopo essersi laureato alla Sapienza con una tesi in estetica cinematografica, si iscrisse al Centro Sperimentale di Cinematografia negli anni della direzione di Roberto Rossellini. Si muove nel cinema di fine anni ’60 - inizio anni ’70 secondo uno schema preciso da cinema d’autore. “Fuoricampo” nel 1968 era un mediometraggio legato alle professioni del cinema. Vennero poi i televisivi “Le parole a venire” e “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” con grandi attori come Sergio Tofano e Maria Michi.
Il film che lo lanciò davvero e ne definì il percorso futuro fu “Irene, Irene” con Olimpia Carlisi e Alain Cuny, 1975. A questo seguì, ben cinque anni dopo, il complesso “L’altra donna” con Francesca De Sapio e Fantu Mangasha. Ricordo la prima a Venezia di “Piso, pisello”, scritto da Bernardino Zapponi. Lo stesso spirito ritroveremo nell’onirico “Piccoli fuochi” dove un bambino si confronta con l’altro sesso, Valeria Golino, e con una serie di sue fantasie. “Invito al viaggio” era il suo film francese, con Laurent Malel e Aurore Clement. “Giulia e Giulia”, con Kathleen Turner, Gabriel Byrne, Sting, Gabriele Ferzetti fu un film sperimentale di lunga lavorazione. Seguono poi “Etoile” con Jennifer Connelly, “Tracce di vita amorosa” con Walter Chiari, Valeria Golino, Laura Morante, tratto dai racconti di Giovanni Pascutto.
“Compagna di viaggio”, costruito sull’incontro tra un già vecchio Michel Piccoli e una giovanissima Asia Argento, rimane di fatto la miglior interpretazione di Asia e uno dei film migliori di Del Monte. Più recenti “La ballata del lavavetri” con Kim Rossi Stuart, “Controvento” con Valeria Golino e Margherita Buy, “Nelle tue mani” con Kasia Smutniak, Marco Foschi e Alba Rohrwacher giovanissima. L’ultimo suo film è stato il poco fortunato “Nessuno come il vento mi pettina i capelli” con Laura Morante.
Serio, preparato, di grande eleganza e rispetto per l’umanità dei personaggi che metteva in scena, Del Monte non era più adatto al cinema italiano facile, rapido e fracassone di questi ultimi anni. Era rimasto agli anni di “Irene, Irene”, a un cinema più sofferto e studiato. Da tempo si era allontanato da Roma e viveva a Santa Marinella.
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Costanzo71
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