MORTO DI FATICA - CAMARA FANTAMADI, BRACCIANTE NEL BRINDISINO, E' MORTO DOPO TRE GIORNI PASSATI A ZAPPARE SOTTO IL SOLE - IL MALORE MENTRE STAVA RIENTRANDO A CASA, IN BICICLETTA - LA MAGISTRATURA INDAGA: SECONDO I TESTIMONI, LA PAGA ERA DI POCO PIU' DI 20 EURO PER 4 ORE DI LAVORO. MA
- -PER LA CGIL SONO MOLTE DI PIU'. "PARLIAMO DI 10-12 ORE NEL CALDO TORRIDO PER UNA PAGA MISERA..."
Valeria D'Autilia per la Stampa
«Mi
stendo qui, voglio riposarmi prima di prendere la strada verso casa».
La fatica di quelle ore sotto il sole è nelle ultime parole di Camara
Fantamadi. Zappava la terra da tre giorni, al quarto non è mai arrivato.
Le
prime avvisaglie mentre era al lavoro, nei campi del brindisino. «Mi ha
detto che aveva dei giramenti e di buttargli un po' d'acqua sulla
testa» racconta chi era con lui. «Poi si è steso, ma io gli ho
consigliato di rientrare perché il tragitto era lungo».
Allora
Camara ha preso la sua bicicletta e ha cominciato a pedalare. A 27 anni
senti che puoi farcela. Soprattutto se non hai alternative. Stanco, ma
felice di quei pochi euro racimolati. Del resto, era arrivato in Puglia
proprio per lavorare come bracciante stagionale. E, tre anni prima,
aveva raggiunto l'Italia su un barcone ricolmo di uomini e speranza.
Ma
la sua vita si è interrotta in un pomeriggio di giugno, in quei 10
chilometri che lo separavano da Tuturano. Tanti, se li attraversi in
bicicletta nel giorno in cui il termometro schizza e supera i 40 gradi.
Tanti, ancor più, se sei stremato dalla terra che doveva sfamarti.
«Zappare è la cosa più pesante. L'ho fatto anch'io, ci vuole tanta
forza. E lui non aveva neppure un contratto». Drissa Kone è il
presidente della comunità africana di Brindisi e provincia che lui
stesso ha fondato.
Oggi
sono in duemila. Conosce da tempo anche Abdullah, il fratello di
Camara, anche lui bracciante. «Gli aveva detto di venire qui perché
voleva tenerlo vicino». Camara era appena arrivato da Napoli. Da soli
tre giorni si era ricongiunto con il fratello, sbarcato in Italia anni
prima.
«Adesso è sotto choc, non parla.
Continua a ripetere che Camara non aveva problemi di salute». A
ricostruire gli ultimi istanti, anche un altro connazionale che era lì.
Scherzavano, ironizzando persino sulla loro etnia. Provavano ad
alleviare il peso della fatica con un sorriso.
Poi
era arrivato il momento di tornare a casa. Si erano salutati. Loro su
un motorino, Camara in bici. A metà strada è sceso, si è fermato vicino a
un muretto e ha perso i sensi. Un automobilista si è accorto del
giovane riverso a terra, ma ogni soccorso è stato inutile. Quel malore
gli è stato fatale. E adesso è in corso un'indagine della magistratura.
I
testimoni parlano di poco più di 20 euro per 4 ore di lavoro. Per la
Flai Cgil sono molte di più. «Nessuno va in campagna di pomeriggio per
finire alle 17. Sicuramente avrà iniziato all' alba. Ancora una volta
parliamo di 10-12 ore, nel caldo torrido, per una paga misera» dice
Gabrio Toraldo che si chiede «perché non sia stata fatta un' autopsia».
Poi
il ricordo va a Paola Clemente, morta di fatica sotto un tendone di uva
nel 2015 nei vigneti di Andria. «Per 2 euro l'ora». Storie che
s'intrecciano nel sommerso di uno sfruttamento spesso con i connotati
della legalità. «Molte volte sono costretti a restituire una parte del
salario. Altrimenti non verranno richiamati». Il ricatto non è solo
quello dei caporali, ma anche di aziende in apparenza in regola.
Intanto
con un'ordinanza il sindaco di Brindisi ha vietato il lavoro agricolo
dalle 12 alle 16 sino a fine agosto, nei giorni indicati a rischio
dall'Inail. Stesso provvedimento anche in altri comuni pugliesi. Nel
brindisino, la maggior parte dei braccianti è italiana. «Mentre gli
immigrati fanno i lavori più pesanti e meno specializzati» spiega
Antonio Ligorio della Flai regionale.
Negli
elenchi anagrafici, ne risultano 26mila in totale. Si coltiva in base
al periodo, in estate la manovalanza arriva anche da altre regioni per
la raccolta di pomodori, angurie e olive. «Al contrario del foggiano,
qui per il momento non ci sono ghetti». Molti invisibili dormono nei
casolari e in sistemazioni di fortuna. Poi raggiungono i campi.
Per
molti la sensazione è che il Paese che li ha accolti sia fatto così,
«che lo sfruttamento faccia parte della legge italiana» dice Drissa che
ha creato uno sportello informativo di supporto. I controlli non
bastano, non basta neppure avere un contratto.
«Quando
arrivano i carabinieri, queste persone risultano spesso ingaggiate, ma
bisognerebbe verificare quante giornate ha effettivamente versato il
loro titolare». Il gioco sta anche qui, sulla pelle di questa umanità
«che soffre in silenzio e si sente impotente».
Ma
ora è il momento di accompagnare Abdullah all'agenzia funebre. Per il
rimpatrio della salma in Mali servono 4mila euro. La comunità africana
ha avviato una colletta. Camara deve tornare nel suo Paese, dai suoi
genitori.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/morto-fatica-camara-fantamadi-bracciante-brindisino-39-morto-274733.htm
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