"SE MI IMPICCO ALLA EPSTEIN NON SARA' STATA COLPA MIA" - DOPO IL SUICIDIO DI JOHN MCAFEE, SI DIFFONDE IN RETE UN SUO POST SCRITTO DAL CARCERE LO SCORSO ANNO - I COMPLOTTISTI CE L'HANNO GIA' DURO E NON E' L'UNICO MISTERO: MEZZ'ORA DOPO LA MORTE, IL SUO ACCOUNT INSTAGRAM HA PUBBLICATO LA FOTO DELLA LETTERA "Q", FORSE UN RIFERIMENTO A QANON, IL GRUPPO DI SVALVOLATI AL SEGUITO DI TRUMP...
Da Adnkronos.com, Business Insider e The Sun
John McAfee è stato trovato morto nel carcere di Barcellona dove il creatore dell'antivirus omonimo era in attesa di essere estradato negli Usa per un presunto reato fiscale. E se «tutto indica che potrebbe trattarsi di un suicidio» secondo l'autorità giudiziaria catalana, ecco che gli utenti di Twitter rilanciano un tweet datato 15 ottobre 2020 dello stesso McAfee che oggi, dopo la notizia del decesso, suona inquietante. «Sono contento qui dentro. Ho degli amici. Il cibo è buono. Tutto va bene. Sappiate che se mi impicco alla Epstein non sarà stata colpa mia», si legge.
Un altro mistero è emerso 30 minuti dopo la sua morte, quando il suo account Instagram ha pubblicato la foto di una "Q". Il riferimento potrebbe essere a Qanon, il gruppo complottista al seguito di Donald Trump, convinto che il mondo sia dominato da un gruppo di pedofili il cui scopo è quello del traffico sessuale di bambini.
Secondo la stampa, nel 2019 McAfee pubblicò una sua foto montata su un'immagine alterata di Epstein. A commento, la scritta: «Non ho mai detto che Jeffrey Epstein è stato assassinato. Ho detto che non si è suicidato. Non è lo stesso. Potrebbe essere vivo. Potrebbe non essere mai esistito. Forse assassinato. Non lo so. So solo che non si è suicidato».
McAfee è stato anche sospettato di essere lo youtuber "Rusty Shackleford", che attraverso il suo canale diffuse i video con le riprese dei droni sopra a casa Epstein due giorni dopo la morte del miliardario: vi si vedeva l'Fbi perquisire la villa.
Il post con la Q di John McAfee
Tra gli ultimi tweet, quello che McAfee ha scelto di fissare "in alto" e lasciare in evidenza, risalente al 16 giugno scorso, nel quale negava le accuse: «Gli Stati Uniti credono che io abbia nascosto le criptovalute. Vorrei averlo fatto, ma si sono dissolte in molte mani del Team McAfee, mentre le mie risorse rimanenti sono tutte sequestrate. I miei amici sono evaporati per paura di essere associati a me. Non ho niente - scriveva -. Eppure, non rimpiango nulla».
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