1. L’ALTRA SERA, A “8 E MEZZO”, FLOPIS SI È DIMENTICATO DI CHIEDERE A DELLA VALLE, A PROPOSITO DELLA FIAT “DEMOLITRICE” DEL CORRIERONE, SE ANCHE LUI NON SEDESSE NEL BOARD RCS AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE-BIDONE DELL'EDITRICE SPAGNOLA RECOLETAS - 2. E SE, AI TEMPI DI QUELLA ROVINOSA IMPRESA, AD DELL’HOLDING DI VIA SOLFERINO NON FOSSE QUELLO STESSO PERRICONE (DA ANNI BRACCIO DESTRO DI MONTEZEMOLO) CHIAMATO A PRESIEDERE I VAGONI (INDEBITATI) DELL’NTV, FINITI TRAGICAMENTE SU UN BINARIO MORTO - 3. COSÌ, PROPRIO MENTRE LO “SCARPARO” SEMBRA CHIAMARE A RACCOLTA LA PARTE SANA DEL PAESE, MAGARI SOLO PER SOTTOSCRIVERE UN MANIFESTO-PROGRAMMATICO DA CONSEGNARE AL CAPO DELLO STATO, LA SOLIDA E ANTICA COMPAGNIA DELL’'ANEMA ’E CORE' (MONTEZEMOLO, ABETE, MENTANA, MIELI & C) SEMBRA PRENDERE INVECE LE DISTANZE DA DIEGUITO EL DRITTO CHE STAVOLTA L’HA FATTA DAVVERO STORTA NELLA PARTE DELL’UOMO DELLA PROVVIDENZA -
DAGOANALISI
A Della Valle girano i “pallini”.
Il che non rappresenta una novità rilevante per il mestiere di “scarparo” del mocassino chic, diventato uno status symbol, che esercita con successo a Casette d’Ete.
Già.
Da quando i “salotti buoni” dei Poteri marci (o marciti) sono finiti dal rigattiere - dove era stato cooptato con i suoi 2-3% (Comit, Generali, Mediobanca, Rcs, Bnl) -, il Dr.Hogan & Mr.Tod’s ha preso a menare fendenti contro gli “arzilli vecchietti” o “unti dal signore” (i banchieri di sistema Bazoli&Geronzi), che pure gli avevano prestato generosamente i soldi in alcune sue avventure imprenditoriali a dir poco disastrose (“Corriere della Sera” e treni Ntv).
Una coincidenza? Forse.
Alla fine, e dopo averne goduto i molteplici benefici (diretti e indiretti) di un sistema cucciano (tradito nello spirito laico e monacale alla sua morte) in cui le azioni si pesavano e non si contavano, superata da poco la soglia dei sessant’anni Dieguito el Dritto – a differenza di un Marco Tronchetti Provera o di un Rodolfo De Benedetti -, sgobba a prendere atto che il mondo dell’economia e della finanza non può essere più gestito (e interpretato) come un circolo di amici “Liberi&Belli”, esaltato dai media amici e riverito dalla politica provinciale grazie soprattutto alle public relations.
Un clubbino che di notte si raduna vociante all’“Anema’e Core” di Capri e di giorno, salpa sulla sua flotta kennedyana fingendosi, come in un film dei fratelli Vanzina, emuli maldestri delle imprese politico-mondane dell’insuperabile Avvocato-mito. Ma la flattery strategy su cui Della Valle ha costruito pure il suo meritato e indiscusso successo d’imprenditore calzaturiero è tramontata e sembra sopravvivere soltanto l’illusione di poter giocare un ruolo di king maker anche nella successiva.
L’altra sera, nel talk-show “8 e mezzo” (La7 di Cairo&Mentana), orbo di un contraddittore in studio (come da sua richiesta), il neo conduttore Giovanni Flopis si è dimenticato di chiedergli, a proposito della Fiat americana “demolitrice” del Corrierone, se anche lui non sedesse nel board dell’Rcs al momento dell’acquisizione-bidone della casa editrice spagnola Recoletas.
E se, ai tempi di quella rovinosa impresa, amministratore delegato dell’holding di via Solferino non fosse quello stesso Antonello Perricone (da anni braccio destro di Montezemolo) chiamato a presiedere i vagoni (indebitati) dell’Ntv, finiti tragicamente su un binario morto.
Tant’è.
Nel corso della trasmissione, amnesie a parte e affettuosità di Giovanni Flopis pure, Dieguito el Dritto ha lasciato capire che potrebbe buttarsi in politica per ri-solare il Bel paese con le toppe ai piedi. Del resto chi meglio dello “Scarparo” – osserverebbe chi ancora esercita l’arte dell’humour -, potrebbe riuscire nell’impresa (impossibile) in cui – secondo Della Valle - sta fallendo clamorosamente il premier tosco-cazzaro Matteo Renzi e il suo governo di Nani e Grembiulini.
Da giorni la notizia è rimbalzata sui media; e, a parte i suoi ciarlieri amichetti che cinguettano con i cronisti per decantare lo spirito rivoluzionario e generoso che anima Diego (vatti a fidare!) finora il diretto interessato non ha né confermato né smentito la sua discesa in campo politico.
Ma il vecchio Confucio (non Carlito Rossella il giovane) osservava che “chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio”. Prefigurando quel “conflitto d’interessi” in cui cadrebbe anche Dieguito nell’ipotesi (azzardata) di un suo premierato (impossibile).
Certo è, come ha rivelato Dagospia, che l’ultima feroce sortita del Dr. Hogan & Mr. Tod’s contro il Renzi parolaio e “sola” ha lasciato senza parole il suo principale socio e sodale, Luchino Cordero di Montezemolo, che sabato pomeriggio - ospite di Giovannino Malagò -, è andato allo stadio Olimpico per assistere in tribuna autorità alla vittoria della Roma sul Verona.
E’ stata la sua prima uscita pubblica, dopo l’“esonero” brutale per mano di Marpionne dalla presidenza della Ferrari: “A Maranello nessuno è indispensabile”.
Un addio coatto e sofferto su cui ha pesato, nonostante le solite smentite di Dieguito, le pesantissime bordate di Della Valle nei confronti di Yaky Elkann e di Sergio Marchionne. “E’ sempre il cretino che danneggia il prossimo senza trarne beneficio”, ammoniva l’allegro e andante economista Carlo Maria Cipolla. E l’ultima stoccata di Capitan Fracassa al cuore di Renzi ha aperto un’altra crepa nei rapporti già tesi tra Luchino e Della Valle.
Così, proprio mentre lo “scarparo” sembra chiamare a raccolta la parte sana del Paese, magari solo per sottoscrivere un manifesto-programmatico da consegnare al capo dello Stato, la solida e antica compagnia dell’Anema’e Core (Montezemolo, Abete, Mentana, Mieli & C) sembra prendere invece le distanze da Dieguito el Dritto che stavolta l’ha fatta davvero storta nella parte dell’uomo della provvidenza.
Nessun commento:
Posta un commento