venerdì 30 novembre 2012

ITALIANI SCOPRONO UNA MOLECOLA CHE PREVIENE L'OBESITA'


PARMA - La rivista internazionale Proceedings of the National Academy of Science USA (PNAS) ha pubblicato uno studio compiuto da un gruppo di ricercatori dell' Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) guidato guidato da Alessandro Bartolomucci, da poco entrato a far parte del Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale dell'università di Parma, e Anna Moles.
Lo studio, presentato da Rita Levi Montalcini, ha individuato, utilizzando le moderne tecniche di proteomica, cioé di identificazione e caratterizzazione delle proteine, una molecola in grado di aumentare il dispendio energetico e quindi diminuire la massa grassa, e si può considerare un passo importante per lo sviluppo di nuovi farmaci contro l'obesità.
Il gruppo di ricerca ha identificato per la prima volta, nel cervello del ratto, un peptide, una piccola proteina di 21 aminoacidi, derivato dal gene vgf. Questo peptide (TLQP-21), somministrato nei ventricoli cerebrali di topi normali, incide sul metabolismo aumentando il dispendio energetico, la temperatura corporea ed i livelli plasmatici di adrenalina e quindi diminuisce la quantità di massa grassa. A seguito di questi risultati i topi sono stati sottoposti a un'alimentazione ricca in grassi e trattati con TLQP-21.
"L'effetto - spiega Bartolomucci - è stato sorprendente, il peptide era in grado di prevenire le prime fasi dell'obesità indotta da una dieta ricca di grassi, che invece si sviluppava nei topi di controllo. Nei topi trattati con TLQP-21, nonostante la quantità di cibo ingerito fosse identica rispetto agli animali di controllo, il peso restava invariato, così come il peso della massa grassa e i livelli circolanti degli ormoni leptina e grelina".
Un risultato incoraggiante, se si pensa che il 45% della popolazione italiana è in sovrappeso e il 10% è obesa e che le malattie causate dall'obesità e dal sovrappeso interessano nel mondo un miliardo di persone, un numero superiore agli 800 milioni che soffrono di denutrizione, causando costi sociali ed economici doppi rispetto a quelli sostenuti per i soggetti con il peso in regola.
"I risultati ottenuti - conclude Bartolomucci - permettono di stabilire che TLQP-21 stimoli il sistema nervoso autonomo e determini un aumento di dispendio energetico. Alla luce del suo effetto in topi alimentati con dieta grassa, TLQP-21 può essere considerato un target promettente nello sviluppo di nuovi farmaci sviluppati per limitare l'aumento di massa grassa aumentando il dispendio energetico".
 (ANSA)

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