La vittima è Meenakshi Thapar, 27 anni, ricca famiglia dell'Himalaya e qualche film. Strangolata e fatta a pezzi
MILANO - Rapita e decapitata senza pietà da due colleghi di Bollywood. I suoi spietati assassini l'hanno invitata a una vacanza a Gorakhpur, città turistica al confine tra l'India e il Nepal, ma invece di portarla a visitare gli splendidi templi buddisti presenti sul territorio, l'hanno prima presa in ostaggio e poi uccisa atrocemente. Un crudele omicidio, portato a termine il mese scorso, ma scoperto solo sabato dalla polizia, ha sconvolto il cinema indiano: la vittima è la ventiseienne Meenakshi Thapar, attrice di origine nepalesi che avrebbe conosciuto i suoi carnefici, la trentaseienne Amit Jaiswal e il suo amante Preeti Surin, sul set della sua ultima pellicola Heroine.
L'INGANNO - I due amanti, originari di Allahabad, avrebbero confessato alla ragazza di essere aspiranti attori che sognavano di far carriera nel mondo fatato del cinema. Da parte sua la ventiseienne, già apparsa l'anno scorso nell'horror di successo 404, avrebbe raccontato di essere la figlia di una ricca famiglia del Dehradun, territorio che si trova sulle pendici dell'Himalaya nel nord dell'India. A questo punto i due avrebbero confessato all'attrice di essere in procinto di partire per Gorakhpur e sarebbero riusciti a convincerla ad andare con loro. Ma una volta arrivati nella città al confine con il Nepal, la Thapar sarebbe stata rapita e rinchiusa in una camera d'albergo. La coppia avrebbe contatto i genitori dell'attrice minacciandoli che se non avessero pagato un riscatto di 1,5 milioni di rupie (circa 22 mila euro) la figlia sarebbe stata costretta a girare film pornografici.L'OMICIDIO - La madre dell'attrice avrebbe pagato ai rapitori solo 60.000 rupie e poco dopo aver ricevuto la somma, la coppia avrebbe ucciso la ragazza senza alcuna pietà: è stata prima strangolata, poi decapitata e il suo corpo mutilato è stato lasciato in due luoghi diversi: il torso è stato nascosto in una cisterna d'acqua, mentre la testa, rinchiusa in una borsa, è stata gettata dal finestrino dell'autobus che ha portato la coppia d'assassini a Mumbai. La fuga degli spietati carnefici non è durata molto: la polizia li ha trovati sabato scorso in possesso della scheda Sim del telefonino della vittima e i due hanno subito confessato l'omicidio: «Stiamo ancora indagando il caso ed entrambi gli accusati stanno visitando assieme alla polizia il luogo del delitto - ha dichiarato un detective al Daily Telegraph - Ancora dobbiamo trovare il corpo della vittima».
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