Nel 1950 l'Uruguay era campione del mondo, ma probabilmente non la nazionale più forte del pianeta.
Sì, perché la nazionale migliore del mondo era l'Ungheria.
E lo resterà per almeno metà decennio.
Giocava un calcio nuovo e rivoluzionario che ha tracciato la strada percorsa poi dall'Ajax di Michels e Cruijff ed in tempi recenti dal Barcellona di Guardiola.
Nel 1952 quell'Ungheria vinse anche la medaglia d'oro alle Olimpiadi.
Per questo motivo era stata invitata dai "maestri" del calcio inglesi per disputare un'amichevole.
Quella delle amichevoli illustri era un'abitudine dell'Inghilterra che, per due decenni, credendosi superiore a tutti, non aveva partecipato a competizioni internazionali e faceva delle partite-esibizione per i propri tifosi (nel 1950 aveva finalmente partecipato ai mondiali, tornando a casa umiliati).
Il 25 Novembre 1953 l'Ungheria mise piede a Wembley,
nello stadio in cui l'Inghilterra non aveva mai perso.
L'accoglienza per i magiari fu un misto di sguardi curiosi e battute offensive.
I giocatori inglesi guardavano gli avversari con sdegno e addirittura ridevano delle loro scarpe come ricorda il capitano Wright:
"Notai che le scarpe degli ungheresi avevano, sotto la caviglia, una specie di pantofola. 'Non sono neanche attrezzati', dissi al mio amico, ma purtroppo lo erano eccome".
Le battute non risparmiarono nemmeno il numero 10 ungherese
"Vedi quel tipo basso e ciccione? Li faremo a pezzi".
Peccato che quel ciccione fosse Ferenc Puskas, uno dei migliori giocatori della storia.
Le risate finirono subito dopo il fischio d'inizio.
Nemmeno un minuto e la punta Hidegkuti aveva già segnato il primo gol.
Da lì in avanti ci fu un monologo dell'Ungheria che si dimostrò troppo superiore, tenendo costantemente la palla e giocando a ritmi insostenibili per i sudditi di Sua Maestà.
La partita finì con un clamoroso 6-3 per gli ungheresi, che al ritorno in patria furono accolti da trionfatori.
I 100 mila di Wembley andarono a casa convinti di aver visto i marziani e i dirigenti inglesi capirono che quel loro presuntuoso isolamento li aveva indeboliti.
L'orgoglio però li portò a chiedere la rivincita che ci giocò al Nepstadion di Budapest il 23 Maggio 1954.
E agli inglesi, ansiosi di rifarsi andò anche peggio: 7-1 per l'Ungheria del "ciccione" Puskas.
Un'altra batosta leggendaria, come leggendaria era quella squadra:
Grosics, Buzansky, Lorant, Lantos, Bozsik, Zakarias, Budai, Kocsis, Hidegkuti, Puskas, Czibor
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