Anche stasera Luciana Littizzetto è stata superlativa a “Che tempo che fa” sulla violenza sulle donne. E ormai è un’abitudine.
“Caro Stato, sai quante sono le donne in Italia? Il 51,3%, e tante tantissime di loro ogni giorno sono picchiate, minacciate, calpestate e spesso uccise da un compagno o un marito violento.
Si chiama femminicidio. E il femminicidio, caro Stato, non è quasi mai un evento imprevedibile. Per questo le donne quando denunciano devono essere credute e protette da subito. Perché, mentre la giustizia è lenta, la violenza è molto molto veloce…
Le donne possono fare il primo passo denunciando ma non puoi dare a loro la responsabilità di salvarsi. Sei tu che lo devi fare Stato mio.
Sono 103 le donne uccise ad oggi. Di queste, 87 sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Questo significa che il mostro non è la fuori, ma è in casa. Però poi sono le donne che dopo aver denunciato devono scappare, andare nelle case rifugio, e frequentare i centri anti violenza, che dio li benedica e lo stato li sostenga, cambiare identità e città… ma perché? Perché a pagare una doppia pena è sempre la vittima e mai il carnefice?
E caro Stato non bastano le misure intermedie, tipo il divieto di avvicinamento. Ma cosa vuoi che gliene freghi ad un pazzo violento che vuole a tutti i costi ucciderti il divieto di avvicinarsi… Non ci deve poter arrivare, a quella casa lì! Altrimenti a me donna passa la
voglia di denunciare, lo capisci?
Quindi ti prego, Stato. Appena la donna denuncia, il compagno violento deve essere messo in condizione di non nuocere.
Oppure metti alle donne minacciate una guardia del corpo. Subito.
Il rosso è il colore delle vittime delle violenze. Ecco, caro Stato, vogliamo che tra un anno il rosso torni a essere solo qualcosa di bello. Il colore delle fragole, delle ciliegie e dei vestiti da donna di Valentino.”
Lorenzo Tosa
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