Si sta parlando molto dell'aggressione a Greta Beccaglia. Giustamente, perché il tema è grave e racconta tutta l'inciviltà greve, sessista e ignorante della nostra società. Purtroppo però, quando il branco si muove e sbava sui social, nessuno fa più distinguo. Qua i piani di azione, e di discussione, sono due. Ben distinti e diversissimi tra loro.
I "tifosi". Il primo piano è quello dei "tifosi" che hanno insultato e aggredito la ragazza. Quella gente lì fa schifo e incarna l'apice della frustrazione più sottosviluppata e sessista. Sono "uomini" incolti e violenti, che sicuramente si esaltano con gli slogan dei Salvini e delle Meloni (o peggio), che parlano sempre di sesso perché non lo fanno mai e che reputano la donna un “oggetto”. Gli stadi sono pieni di quel vomito lì e non solo gli stadi, ma pure il mondo reale e i social. E' la stessa gente che fa battute sui gay, sugli stranieri, sui "diversi". Rumenta mononeuronale. Chi ha toccato il sedere a Greta e chi l'ha insultata va fermato, indagato e condannato. E' gente vomitevole, rimasta all'età della pietra, che non serve a nulla: quando va bene fa schifo, quando va male è pure pericolosa. Monnezza morale.
Il giornalista in studio. Tutt'altro discorso merita il povero giornalista in studio, vittima di uno shitstorm ottuso, violento e gratuito. Non conosco Giorgio Micheletti, e magari ha “precedenti” che ignoro, ma chi lo sta massacrando per quel "Non te la prendere" o è scemo, o è in malafede o insegue l'algoritmo e il like facile a qualsiasi costo. Ma stiamo scherzando? Ma l'avete visto e sentito (bene) il video? Micheletti non dice "Non te la prendere" nel senso di "Non farla lunga Greta, in fondo ti hanno solo toccato il culo!". Se così fosse, sarebbe da arresto. Il senso - e il tono - della sua frase è in realtà chiarissimo e del tutto opposto: "Non prendertela Greta, cerca di andare avanti, quelli lì sono dei sottosviluppati e sono pure violenti, loro sono in tanti e tu sei sola, cerca di andare avanti e poi li denunciamo". E' quello lì il senso, cazzo! La sta PROTEGGENDO, non sta certo minimizzando: da professionista navigato, sa bene che se Greta perde - comprensibilmente - la testa quelli lì possono persino aggredirla. A suffragare questa inattaccabile chiave di lettura c'è anche quel che dice Micheletti due minuti dopo, tornando sull'aggressione e denunciandola senza mezzi termini. Ma quella parte di video lì, "magicamente", è stata tolta dal video divenuto virale. E ha reso Micheletti ancora più capro espiatorio del branco infoiato.
Quando una discussione importantissima diventa “sfogatoio”, si perde drammaticamente in lucidità. Qui i colpevoli sono gli uomini che oggettivizzano la donna e credono che sia normale tastarla, molestarla, aggredirla. Ne esistono a milioni. Sono loro i colpevoli, e tra di loro ci sono anche i minimizzatori (quelli che se la cavano con il solito "E che sarà mai?") e gli ipocriti (quelli che in privato fanno come i "tifosi" di cui è stata vittima Greta, però poi sui social fanno i fenomeni). Ma spalare merda sul giornalista in studio non solo non aiuta ad affrontare il tema, ma è pure un raro esempio di bullismo collettivo, unito a un livello pericolosamente elevato di analfabetismo funzionale.
Un abbraccio a Greta. E solidarietà a Giorgio.
Andrea Scanzi
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