IL 30 NOVEMBRE 1999 IL POPOLO DI SEATTLE MARCIAVA CONTRO LA GLOBALIZZAZIONE
C’erano tutti a Seattle. C’erano i governi, le multinazionali, le banche. C’era il denaro, il debito e l’inquinamento. E poi c’erano quei cinquantamila. Il movimento dei movimenti, lì fuori a sollevare mille proteste diverse, in mille modi diversi ma con una sola voce. Donne e uomini, adulti e giovani, popoli indigeni, contadini e urbani, lavoratori e disoccupati, senza casa, anziani, studenti, persone di ogni credo, colore, orientamento sessuale, tutti diversi ma tutti insieme, tutti abitanti dello stesso mondo, e tutti pronti a difenderlo su ogni fronte. Erano i primi giorni di una nuova stagione. Era il 30 novembre del 1999.
Si palesava quello che diventerà noto come il movimento NoGlobal, che già al suo esordio pubblico subì una sistematica repressione da parte delle forze dell'ordine. Le violenze di Seattle finirono su tutti i media mondiali e portarono alle dimissioni del locale capo della polizia. Seattle sarà una piccola anteprima di quello che accadrà due anni dopo a Genova, dove il movimento vivrà il suo apice e la sua sconfitta.
Il dramma ecologico (di cui la questione pandemica rappresenta una declinazione se non diretta quantomeno correlata), la finanziarizzazione dell’economia (pensiamo alla crisi del 2008), l’impoverimento delle classi popolari, la precarizzazione della nostra esistenza, il ritiro dello stato come erogatrice di pubblici servizi e il suo protagonismo come strumento di controllo sociale, la censura e la manipolazione dell’informazione, la cancellazione di intere culture: tutto questo e molto altro era stato denunciato dal movimento No Global. Movimento che fin da Seattle aveva cercato di impedire con proposte concrete e mobilitazioni di massa che il futuro si mostrasse per come lo vediamo oggi.
Cannibali e Re
Cronache Ribelli
A questa giornata è dedicato anche il brano del 30 novembre sul nostro almanacco Cronache Ribelli, che trovate qui: http://bit.ly/3sen0wX
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