"Non avrei mai pensato di vincere un Mondiale con un gol in finale, né di diventare un calciatore importante.
A Sonnino non c’era un campo da calcio.
Giocavo in un cortile dietro la scuola di venti metri quadrati e lì vicino c’era un burrone.
Dovevo stare attento a non far cadere il pallone perchè andare a recuperarlo sarebbe stata un’impresa e soldi per comprarne uno nuovo non ce n’erano.
Posso dire che ho imparato a giocare a calcio proprio grazie a quel burrone.
Ero destinato a fare il macellaio. Terminata la terza media andai a lavorare dal macellaio Merluzzi e appena potevo lasciavo il bancone e scappavo a giocare.
Mai avrei pensato che il calcio sarebbe diventato il mio mestiere. Per fortuna qualcuno si inventò una squadra per ragazzi ed io ci arrivai.
Ho vinto lo scudetto, ho sempre giocato le coppe.
Mi dicono: potevi vincere di più.
Ho segnato 305 gol, mica pochi. Ma non ho scalato l’Everest d’un colpo.
Ho segnato tanto, ma oggi forse avrei segnato di più.
Allora 10 gol erano 10 gol. Negli anni Ottanta c’erano marcatori arcigni, non c’erano 28-30 telecamere che ti guardavano, non c’erano le regole di oggi.
Questa è una soddisfazione: sono riuscito a impormi nel calcio più difficile.
È difficile individuare un mio erede tra gli attaccanti di oggi: io ero completo, non stavo solo in area.
Mi piaceva allargarmi, dribblare, partire da lontano e servire anche i compagni.
Poi segnavo in tutti i modi”.
Buon compleanno Alessandro “Spillo” Altobelli!
fonte: calciobresciano
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