Le antiche lavandaie di Borgo Po
-Redazione- La Torino dei giorni nostri non conosce una figura oramai scomparsa, ma che per molti anni è stata parte del quotidiano: le lavandaie.
Borgo Po attualmente è considerato un quartiere prestigioso, ma in origine era un’umile borgata di pescatori e lavandaie che, per vivere, sfruttavano le acque del fiume.
Prima di approdare sulle rive del Po, le lavandaie erano solita a lavare vi loro panni presso un fosso di via Bardonecchia, spettacolo, scrivevano i cronisti dell’epoca “non decoroso per una grande città”.
Pertanto si spostarono in direzione San Mauro, occupando le rive antistanti all’odierno corso Casale. Arrivavano dalle campagne, su carri trainati da muli e cavalli, colmi di sacchi con biancheria e indumenti.
Il problema delle lavandaie era trovare una pietra semisommersa la cui parte emersa fosse sufficientemente ampia da consentire l'insaponatura della biancheria e lo strizzamento per sbattimento dopo il risciacquo, che fosse facilmente raggiungibile ed avesse intorno spazio asciutto per consentire alla lavandaia di inginocchiarvisi vicino, che la corrente cui era esposta non fosse troppo violenta ma che non si trovasse in un'ansa di acqua stagnante.
Una serie di requisiti non facili da trovare tutti insieme ma che la lavandaia coscienziosa e capace finiva con riuscire a soddisfare mentre per la cativa lavandera, cioè la scansafatiche, il non aver trovato la bon-a pera era la scusa più frequente per evitare il lavoro.
Un duro lavoro, come dura era la vita, le mani in costante contatto con l’acqua non erano nemmeno il disagio peggiore, la vera sofferenza era dovere stare per ore ed ore chinate, protese in avanti, allungate verso l’acqua del fiume, per insaponare, sciacquare e strizzare i panni.
http://www.articolotre.com/2014/10/le-antiche-lavandaie-di-borgo-po/
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