Torino nera. Borgo Po e il doppio mistero di Caterina
-Redazione- Corso Casale, una calda sera di luglio 1957: grida di terrore e invocazioni di aiuto richiamano l’attenzione dei passanti che avvisano i funzionari del commissariato Borgo Po. Quando la polizia arriva sul posto scoprì ilcadavere di una donna massacrata con il cranio sfondato.
La scena del delitto un povero alloggio al primo piano, affacciato sul ballatoio di una casa di cortile.
Giuseppina aveva quarant’anni sposata con Fausto, una guardia giurata. Il marito aveva scoperto il delitto, la moglie distesa sul pavimento, il corpo straziato in un bagno di sangue, colpita in corridoio e trascinata in cucina, fino al lavandino.
Nell’alloggio un caos indescrivibile, cassetti rovesciati, armadi a soqquadro, abiti ovunque, un disordine eccessivo che pare costruito ad arte. Subito si pensa ad una rapina, ma troppe cose non quadrano, Giuseppina ha al polso ancora l’orologio in simil oro, buoni postali al portatori vengono ritrovati in un ripostiglio.
Ma un’altra scoperta lascia basiti gli investigatori, la padrona di casa, Caterina, si sente male quando la notizia del delitto le viene comunicata, nello stesso alloggio, nella stessa stanza, tempo prima, è stato ritrovato il corpo senza vita del suo amante: ucciso.
In questura, dopo un lungo interrogatorio, Caterina confessa, Giuseppina l’ha assassinata lei. Aveva scoperto una tresca tra Caterina e Fausto, suo marito, di lì l’idea di ucciderla, a colpi di martello.
”La Molinas aveva capito dei rapporti amorosi che c’erano tra me e suo marito e da parecchi giorni la vita era per me diventata un inferno con continue scenate e minacce. Avevo giurato che la relazione era ormai finita, ma la donna non si calmava. Ieri sera è scoppiata l’ennesima lite violenta. Ad un certo punto, mentre stavo uscendo, mi ha insultato. Ho perso il controllo e ho impugnato un martello e l’ho colpita alla nuca, poi ho buttato tutto per aria per far pensare ad una rapina”. Racconta il verbale della polizia.
Sembra finita, ma al poliziotto che ammanetta Caterina per tradurla alle carceri Nuove, quel viso è familiare, l’aveva interrogata quando il primo amante era stato ritrovato cadavere.
Il forte odore di gas aveva fatto pensare al suicidio, poi, dopo indagini più approfondite, emerge che Evasio De Martini, il fidanzato, aveva acquistato due alloggi, intestandoli a Caterina.
Anche il secondo mistero di corso Casale viene svelato, Caterina aveva ucciso Evasio per motivi di interesse e, riconosciuta colpevole dai giudici di duplice omicidio, condannata all’ergastolo.
http://www.articolotre.com/2014/10/torino-nera-borgo-po-e-il-doppio-mistero-di-caterina/
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