di Giuditta Albanese
Pier Luigi Petrobelli è morto stamattina
a Venezia. Il musicologo padovano aveva 80 anni. La notizia della sua
scomparsa rattrista profondamente. Lo studioso racchiudeva nella sua
statuaria grandezza non solo le più alte doti e caratteristiche umane,
ma rappresentava anche un segmento importantissimo della musicologia
internazionale. Petrobelli non ha mai smesso di credere nella ricerca
musicologica, nello studio inteso come passione, come obiettivo, come
slancio di vita, ed è tutto ciò che ha insegnato ai suoi studenti
durante la sua lunga attività didattica. Molti di noi hanno intrapreso
la strada della musicologia grazie a lui, grazie a quella sicurezza e a
quel credo così saldo che oltre ad affascinare, persuadeva a sposarne
tutte le cause. Le sue lezioni all’Università (chi scrive ha seguito con
lui vari corsi presso la Sapienza di Roma) erano percorsi che
attraverso e verso la musica, coinvolgevano emozioni più ampie; da un
lato grazie ad un rigore e un metodo quasi austero, dall’altro con un
approccio emotivo e passionale, sentivamo di essere tutti parte di
quell’universo musicale che fino a pochi minuti prima sembrava
impenetrabile e che lui ci raccontava quasi come se fosse un segreto
che ci avrebbe aperto gli occhi e donato una vista diversa, più lunga.
Ed in effetti è proprio così, quel che ci resta, oltre ad un bagaglio di
conoscenze e nozioni, è proprio il metodo, la capacità di non dare mai
nulla per scontato, di verificare, di chiederci il perché, spronati
costantemente dalla sua puntualità e scientificità accompagnata sempre
da un’ironia e un senso dell’humor che rendevano i suoi interventi
umani, calorosi, lieti.
Gli siamo grati per tutto ciò che ha
fatto per le discipline musicali, per gli studi, per l’ampia
bibliografia, per le ricerche avviate, per il metodo e per le scoperte
che tengono vivo il suo ricordo e che rappresentano una possibilità per
tutti noi.
Laureatosi a Roma con una tesi su
Tartini, ha insegnato al Conservatorio di Pesaro, alle Università di
Roma, Parma, Perugia e al King’s College di Londra, è stato Direttore
della Rivista italiana di Musicologia e di Studi Verdiani. Ricchissima
la sua bibliografia, da Tartini a Verdi a Dallapiccola; ha fatto parte
del Comitato editoriale per l’edizione critica delle opere di Verdi
(Chicago e Milano), ha curato il Carteggio Verdi-Ricordi 1880-81 e
diretto l’edizione critica della corrispondenza del Maestro. Socio
nazionale dell’Accademia dei Lincei, faceva parte del Comitato
Scientifico del Mozarteum di Salisburgo.
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