Tre anni fa L'Aquila era coperta di macerie e sinistramente silenziosa.
In trecento non riuscirono a guadagnare la via della salvezza. Le
polemiche infuriavano: molti avrebbero potuto essere salvati. In primo
luogo, se le costruzioni avessero rispettato le più elementari norme
antisismiche, o se la sabbia mescolata al cemento con il quale erano
costruite molte abitazioni non fosse stata allungata eccessivamente con
l'acqua. Ma altri avrebbero potuto essere ancora vivi se avessero avuto
la fortuna, capitata a molti, di essere in contatto con un tecnico
aquilano che da mesi, regolarmente, effettuava previsioni che erano
consultate anche dal sindaco, Massimo Cialente, nonché dai Vigili del
Fuoco e dalla Prefettura. Ma anche così, se almeno fosse andata in onda quella maledetta intervista
dove Giuliani, unica voce fuori dal coro delle rassicurazioni della
Protezione Civile, avvertiva di un possibile forte sisma in arrivo, il
numero di vittime avrebbe certamente potuto essere inferiore.
Quello che era mancato a L'Aquila, nei mesi precedenti alla catastrofe, si chiamava informazione. Così, insieme ai lettori di byoblu.com che volevano sapere, tentammo un esperimento: la realizzazione di un documentario che cercasse di spiegare chi era Giampaolo Giuliani
e su cosa si basava effettivamente la sua tecnica di previsione dei
terremoti. Migliaia di persone aderirono al progetto, e i loro nomi
scorrono in un fiume ininterrotto che ancora oggi è capace di
emozionarmi, in coda al dvd. Avevamo fatto rete.
Un'altra informazione era possibile. Magari meno sfavillante, meno ricca
di roboanti effetti grafici e più lineare, in linea con lo spirito di
internet che bada al sodo più che ai fronzoli, ma sicuramente utile.
E poichè in rete le informazioni parziali non piacciono (qui si usa
così), decisi che un documento informativo sulle nuove, supposte
frontiere della prevedibilità dei terremoti non sarebbe stato completo
se non fossi andato anche all'INGV, l'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fiore all'occhiello della scienza
sull'argomento. Ma feci anche di più: portai il direttore della Sezione
di Tettonofisica e Sismologia, Antonio Piersanti,
direttamente a L'Aquila, nei laboratori di Giuliani, e filmai il loro
incontro senza tagli e senza censure. Senza tanto girarci intorno, avevo
fatto incontrare due mondi, quello della scienza e quello della ricerca
indipendente, lasciando che i lettori si facessero un'idea da soli,
cercando di interferire il meno possibile nella discussione accesa che
si era sviluppata.
Oggi, in conseguenza del terremoto che ancora ed ancora torna
inesorabilmente a colpire le nostre terre, generando nuovi morti, nuovi
cumuli di macerie e nuovi sfollati, credo sia giunto il momento di
rendere disponibile a tutti, e non solo a coloro che parteciparono al
progetto iniziale, il materiale girato. Con l'auspicio che possa servire
da ulteriore stimolo alla discussione e all'avvio di una nuova fase di
approfondimento.
Ecco il primo dei quattro episodi principali,
nel quale Giampaolo Giuliani si presenta, racconta la sua storia, come è
arrivato ad occuparsi di terremoti e ci accompagna per mano a L'Aquila,
il 6 aprile 2009, a poche ore dal terremoto che avrebbe provocato
morte, distruzione e un dolore infinito. Nei prossimi giorni, a seguire,
arriveranno il secondo episodio, la visita all'Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia per capire insieme cosa sono i terremoti, come
vengono studiati e di quali sofisticate atrezzature dispone il centro di
controllo di Roma. Poi ancora sarà la volta di una seduta approfondita
nei laboratori di Giuliani, per capire come effettivamente funziona la
sua tecnica e quali ne sono le premesse teoriche. Infine, vedremo
insieme il confronto tra coloro che rappresentano due forze alternative e
complementari che da sempre nella storia si sono contrapposte, a volte
senza vincitori né vinti, a volte con la chiara prevalenza nel tempo
dell'una o dell'altra: il sapere accademico e la spinta riformatrice,
spesso considerata eretica.
Se è vero che non tutto ciò che promette nuovi sviluppi corrisponde a
una verità foriera di vantaggi concreti, è anche fuor di dubbio che la
storia è piena di idee dapprima giudicate frutto di blasfemia
scientifica, poi accettate in parte o nella loro interezza grazie al
tempo e al coraggio di chi ha saputo non darsi mai per vinto.
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