Sarà capitato anche a voi
nella vostra esperienza di utenti Facebook di condividere un articolo,
che magari ritenete estremamente importante, e non avere alcun tipo di
reazione; di contro vi sarà capitato di condividere il più stupido dei meme e fare incetta di “mi piace”.
Parto da questa esperienza utente per confutare una tesi che va molto di moda secondo cui internet sarebbe il regno della libera informazione
a differenza di quotidiani, radio e televisioni di regime. Con
l’avvento di Facebook la navigazione online dell’utente medio è molto
cambiata: non si parte più da Google alla scoperta del mondo web ma si parte direttamente dal social network blu per
continuare a rimanere dentro quel recinto fino allo spegnimento del pc,
di conseguenza anche le informazioni vengono solo prese da Facebook,
che rimane per ora l’unico social networkveramente nazional popolare in
Italia utilizzato dai più giovani ai più anziani, da Nord a Sud, da
esperti navigatori del web a chi non sa usare nemmeno la posta
elettronica.Oltre ai meme, ai Willy Wonka ed ai troll, quali sono le notizie che girano più velocemente su Facebook, quindi le informazioni più lette e più condivise, quindi più “apprezzate”? Molto spesso non sono neanche dei link che rimandano a blog o testate giornalistiche online ma semplici immagine con scritte a caratteri cubitali con le quali, in poche parole, si esprime un concetto del tipo…
19-05-12 Brindisi: mafia o strage di Stato?oppure, sempre dopo la bomba a Brindisi…
Ora vi diranno che ci vogliono leggi speciali, ora sceglieranno per voi il vostro nemicoOvviamente il tutto senza alcuna fonte, senza alcuna prova…
Ma vanno alla grande anche i video complottisti, come quello che ci propone il terremoto in Emilia come l’effetto delle prospezioni geologiche condotte nel sottosuolo, dove vengono fatte brillare delle cariche alla ricerca di idrocarburi, in virtù di un accordo con multinazionali texane…
Naturalmente nel quadro generale poi non possono mancare teorie come quella sulle scie chimiche, sulla bufala dell’AIDS, sul signoraggio bancario e magari pure sui rettiliani…
Internet e Facebook non sono nient’altro che uno strumento, per cui non hanno di per sé un connotato positivo né negativo, dipende sempre da chi li usa e da come li usa. Per cui mi fa incazzare quanto sento parlare di “popolo di Facebook” o “popolo di Twitter”, perché semplicemente non esistono.
Il fatto che tanta pattumiera sia così condivisa e che articoli di maggiore spessore siano ignorati dovrebbe piuttosto farci riflettere sul motivo ed io credo che il motivo non sia nient’altro che Facebook si sia trasformato in un enorme bar dove, per l’appunto, le chiacchiere da bar vanno per la maggiore. Il problema è una grande lacuna di spirito critico degli utenti che prendono qualsiasi cosa per verità senza neanche lo scrupolo di verificare con altre fonti.
Certo, se il trend si dovesse confermare anche in futuro significherebbe la caduta del mito secondo cui con il web la società del futuro sarebbe stata più e meglio informata; è possibile invece che la società del futuro sia meno e peggio informata e questo è un tema con il quale gli operatori dell’informazione si devono necessariamente confrontare.
Intanto ieri sera Ballarò ha ignorato il terremoto è ci propone il sondaggio settimanale con Grillo al 20%.
Auguri.
www.agoravox.it
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