domenica 15 aprile 2012

Addio Ben Bella


Ahmed Ben Bella nacque a Maghnia, il 25 dicembre 1918 ed è  stato un politico algerino.  Esponente dell'ala più radicale del movimento di liberazione nazionale d'Algeria, è visto come il padre della patria algerina. È stato il primo Presidente dell'Algeria.

Figlio di contadini, aveva compiuto i suoi studi secondari a Temclen. Durante la seconda guerra mondiale fu arruolato come sottufficiale nelle truppe algerine al fianco degli alleati sul fronte di Cassino, dove fu ferito e più volte. tra cuidal generale De Gaulle. Nel dopoguerra aderì al movimento nazionalista fondato da Messali Hadj, che in seguito abbandonò, per dar vita ad un movimento rivoluzionario autonomo, e quindi, durante un forzato esilio in Egitto, al Fronte di Liberazione Nazionale ed all'esercito clandestino (1952) che nel 1954  iniziò le azioni militari in grande stile.

Nel 1955 i francesi lo arrestarono. Liberato in seguito agli accordi di Evia (1962), che sancirono l'indipendenza dell'Algeria, fu prima vicepresidente e poi presidente del Consiglio dei ministri del nuovo Stato, estromettendo via via dal potere i suoi avversari di destra e di sinistra.

Fu amato dal popolo algerino come pochi altri capi rivoluzionari; il suo nome scandito ritmicamente era il grido di guerra dell'Armata Popolare di Liberazione.  La sua popolarità venne però scossa dalla necessità di mantenere un difficile equilibrio fra naziolisti e progressisti all'interno, fra Europa ed Unione Sovietica all'estero, il che lo condusse alla rottura con i comunisti filosovietici cercando una Via algerina al socialismo. Inoltre, il ritmo rapidissimo che volle imporre al processo di riforme sociali ed economiche gli inimicò anche le forze della borghesia.

Promosse in patria un ardito piano di riforme sociali, .la sua parabola al potere fu assai breve: il suo governo durò soltanto tre anni e venne archiviata dal colpo di stato del 19 giugno 1965. Alle due del mattino Ben Bella fu arrestato ed esautorato dal nuovo uomo forte, Houari Boumediene, sostenuto proprio dai suoi vecchi compagni di lotta.

Fu questa la sua fine politica che avvenne sullo sfondo di uno scenario quasi paradossale. All'alba i carri armati occuparono i punti strategici della capitale ma i passanti crederono che i militari fossero comparse del film di Gillo Pontecorvo, "La Battaglia di Algeri". Quando l'anno seguente questa pellicola di straordinaria efficacia narrativa sulla guerra anti-coloniale vincerà il Leone d'Oro al Festival di Venezia, Ben Bella era già in carcere da un anno e ne uscirà soltanto nell'ottobre del 1980 per prendere la via dell'esilio in Svizzera. Solo nel 1990 gli fu concesso di tornare in patria. Dal 2007 faceva parte della Commissione dei Saggi in seno all' Unione Africana.

Fu Arrestato la prima volta nel 1950, due anni dopo evase avventurosamente dal carcere e fuggì in Egitto dove strinse amicizia con Gamal Nasser che sosteneva la lotta dell'Algeria indipendente. Il leader egiziano gli mise a disposizione un aereo ma questo venne dirottato dai francesi che lo arrestarono insieme ad altri capi della resistenza, tra questi il socialista Hocine Ait Ahmed e Mohammed Boudiaf. Resteranno in carcere per sette anni prima di ottenere la loro rivincita sui francesi.

Boudiaf, che aveva sostenuto il golpe di Boumediene contro Ben Bella, tornerà in Algeria dopo il colpo di stato dei generali nel gennaio '92 che annullarono la vittoria elettorale del Fronte islamico di salvezza e lo scelsero come nuovo presidente al posto di Chadli Bendjedid: ma l'ex compagno di Ben Bella verrà assassinato soltanto sei mesi dopo ad Annaba. Si aprirono così gli anni di piombo algerini, quelli del terrorismo islamico e della "guerre sale", la guerra sporca condotta dalle forze di sicurezza: un decennio in cui ci furono quasi 200mila vittime.

Ben Bella nel 1965 pagò il suo isolamento dal gruppo di potere politico e militare che aveva condotto la guerra di liberazione. Lo storico Mohammed Harbi, che ebbe un ruolo da militante in quel periodo, fa di lui questo ritratto: "Ben Bella aveva il gusto dei cambiamenti bruschi e totali, rifiutava un'azione politica paziente e preferiva le strade alternative e informali facendosi parecchi avversari, disorientava tutti con le sue impennate: furono questi i fattori, accompagnati dall'incapacità di affrontare la crisi economica, che portarono alla sua brusca uscita di scena".

Il 23 febbraio era stata diffusa la notizia della sua morte, poi smentita dalla figlia. È scomparso l'11 aprile 2012 all'età di 93 anni nella sua casa di Algeri. Il Presidente Boutefilka, alla notizia  della  scomparsa. ha ordinato 8 giorni  di lutto nazionale

                                                                                                                                           Fenix

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