Dopo essere incappata suo malgrado nella manifestazione dei Pro-life guidata da Pillon a Roma, Loredana Bertè ha fatto un intervento di una lucidità e un’attualità straordinarie su aborto, legge 194, obiezione di coscienza, diritti delle donne.
“In quanto donna sono una persona fisica con dei diritti. Un embrione non è ancora una persona, possono esserci mille motivi per cui decido di abortire. Si va dal più grave (lo stupro) al più semplice (non sono ancora pronta) ma sono motivi personali e imprescindibili. Un bambino deve essere desiderato, non frutto di un errore e nemmeno messo in condizioni di vita che si sa già saranno difficoltose a livello economico, emotivo o persino fisico (…)
Ancora oggi la legge 194 sull’aborto permette l’obiezione di coscienza e questo fa sì che esistano strutture sanitarie con l’80-100% di obiettori di coscienza.
Forse, dopo quasi mezzo secolo, legislatori e legislatrici dovrebbero intervenire con le modifiche necessarie per rendere la legge effettiva e applicata. Il governo dovrebbe pubblicare i dati aggiornati sull’applicazione della legge 194 per far sapere alle donne italiane quanti sono gli obiettori e quali Regioni offrano realmente la possibilità di eseguire le interruzioni farmacologiche in regime ambulatoriale e quindi sicuro per la propria salute!
Ritengo l’obiezione di coscienza una sorta di dittatura sanitaria silenziosa tutta italiana (altro che la solfa della dittatura sanitaria dei no-va*) perché, nonostante metta a rischio la salute di tante donne, nessuno ne parla.
Ricordo ancora il giorno in cui andammo a votare a favore dell’aborto, nel 1978, il mio amico Albertino Marozzi ed io, all’uscita dei seggi, siamo stati presi a sassate, catenate, calci e pugni da un gruppo di squadristi di estrema destra.
Come ho preso le botte per far approvare la legge sull’aborto, sono pronta a riprenderle per difenderla e mantenerla!”
Adoro questa donna ❤️👠
Lorenzo Tosa
Nessun commento:
Posta un commento