"Cosa ricorda di quel giorno?"
"Tutto. Sono immagini limpide. Impossibili da cancellare...
Manca un bel po' al via. Siamo concentrati. Quella Coppa è importantissima. E' ciò che manca alla Juve. C' è silenzio...
Poi arriva Boniperti. E' sconvolto. Urla. Grida che non si gioca, parla di morti, è fuori di sé. Noi non capiamo cosa stia accadendo. Boniperti va via chiamato dai dirigenti Uefa. Arriva il suo autista, uno piccoletto, ci dice di aver visto dei cadaveri sotto lenzuoli bianchi davanti allo stadio.
"Voi non vi eravate accorti di niente?"
"Dalla porta che dal corridoio dello spogliatoio dava sul campo vedevamo solo un pezzo di quella curva maledetta. Avevo visto ondeggiarei tifosi del Liverpool. Ma da lì non vedevo altro. Dopo si è scatenato l' inferno: abbiamo visto la gente sul terreno di gioco e quindi centinaia di persone che scappavano terrorizzate passando davanti al nostro spogliatoio, l' unica via di fuga. Bambini, uomini, donne: urlavano "ci hanno massacrati", parlavano di morti, volevano trovare una via d' uscita.
C' era confusione. Panico. Non si capiva bene. Poi arrivò qualcuno a dirci che dovevamo andare in campo e giocare per motivi di sicurezza. Era un ordine.
Nessuno di noi pensava a giocare. Mi ricordo un silenzio surreale. Occhi bassi. Io nel frattempo ero stato incaricato di dire a tutti i nostri familiari presenti di tornare assolutamente in albergo. Giocammo quel primo tempo con la testa altrove. Eravamo convinti di recitare una parte per evitare ulteriori tragedie.
Nell'intervallo il delegato Uefa entrò nello spogliatoio e ci disse con tono duro che quella finale non sarebbe stata più rigiocata. Il messaggio era chiaro.
E poi quel gol di Platini, la coppa vinta, l' esultanza...
Io posso dire che giocai sei minuti nel finale. Giocai e provai a non pensare. L' istinto di un calciatore. Oggi se ripasso con la mente quelle immagini sento solo dolore e rabbia per la follia umana, per la stupidità, per ciò si poteva e doveva evitare"
(C. Prandelli)
Doveva essere solo una partita, diventò un massacro.
I 39 morti dell'Heysel dovevano diventare il simbolo della lotta alla violenza nel calcio.
Invece ancora oggi sono oggetto di striscioni e cori vergognosi da parte di idioti che si trovano allo stadio ma non hanno nulla a che fare con il calcio.
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