venerdì 13 luglio 2012

Valentino, gruppo venduto a Qatar

E' stata acquisita l'intera partecipazione della società dal fondo Permira e i Marzotto

  

 

Continua l'emorragia della moda made in Italy. Dopo il passaggio in mani estere di Ferré, Gucci, Bulgari e Fedni, ora è il turno del gruppo Valentino a varcare i confini dell'Italia per approdare in Qatar. Dopo le indiscrezioni, arriva la firma, con l'annuncio ufficiale: Mayhoola for Investments Spc, partecipata da un "primario investitore" del Paese - dicitura dietro cui si celerebbe appunto la famiglia reale del piccolo emirato - ha acquistato l'intera partecipazione di Valentino Fashion Group in mano al fondo Permira e, per una quota residua, alla famiglia Marzotto.
La Valentino spa e la licenza M Missoni finiscono ai reali del Qatar per un prezzo stimato sopra i 700 milioni di euro. Per il celebre marchio del lusso, uno degli emblemi del 'made in Italy' creato più di cinquant'anni fa da Valentino Garavani, si apre così una fase tutta nuova, dopo quella sotto gli Agnelli in HdP e, agli inizi del Duemila, sotto Marzotto, con il successivo scorporo dell'abbigliamento dal gruppo di Valdagno e quindi il passaggio nel 2007 al fondo inglese Permira (era all'80% circa, con i Marzotto al 20%).
Valentino Fashion Group ha segnato a fine 2011 un fatturato per 322 milioni di euro, con un margine operativo lordo di poco più di 22 milioni. Nei primi sei mesi di quest'anno ha già raggiunto i 186 milioni di fatturato crescendo, a dispetto della crisi, del 23% dall'anno prima. Permira vive così la vendita, realizzata a un buon prezzo dopo l'interesse raccolto a livello globale, come il frutto di una gestione di successo e un rilancio affidato nel 2008 agli stilisti Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. Permira e i Marzotto conservano ora il marchio Mcs - Marlboro Classics e, soprattutto, il colosso Hugo Boss (2 miliardi di ricavi, un margine operativo lordo di 469 milioni e una capitalizzazione di Borsa a 6 miliardi). Dal Qatar si sono detti colpiti soprattutto dal lavoro fatto in questi anni dalla Chiuri e da Piccioli, assieme al management team guidato da Stefano Sassi. Secondo l'investitore hanno saputo coniugare l'estetica e i valori definiti da Garavani con una visione contemporanea e sofisticata, dando al marchio attualità e un grande potenziale di sviluppo. Tra l'altro Mayhoola pensa di non fermarsi qui, convinta che "Valentino sia la base di partenza ideale per creare una più ampia presenza nel settore del lusso".
Si fa sempre più esile la colonia tutta italiana dei marchi del lusso: con Ferré nelle mani del Paris Group di Dubai, Bulgari, Fendi e Emilio Pucci sotto i francesi di Lvmh, così come in mani francesi (Pinault-Printemps-Redout) ci sono Gucci e Bottega Veneta, restano Prada, che però ha deciso di quotarsi a Hong Kong, Armani e Versace a difendere la moda tutta 'made in Italy'. (ANSA)

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