Siria: Bonino, si rischia una guerra mondiale
Il ministro a SKytg24: 'Si comincia sempre così, senza un mandato dell'Onu, Damasco reagirà'
Proteste alla Casa Bianca contro un attacco alla Siria
La Siria "ovviamente reagirà" ad un attacco mirato. Lo ha detto a Skytg24 il ministro degli Esteri Emma Bonino precisando che "da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale". Parlando dell'eventualità di un intervento armato contro il regime di Damasco, Bonino ha messo in guardia sulle ripercussioni e sul rischio che l'operazione non si risolva in breve tempo. "Si comincia sempre così, con gli attacchi mirati, senza mandato dell'Onu, la Siria ovviamente reagirà".
"Anche se sembra più lento, più duro e a volte sembra non riuscire, la tenuta della pressione diplomatica e della politica e' l'unica soluzione perseguibile". Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino a Skytg24.
"Ogni paese ha le sue procedure e tutte le decisioni vanno rispettate, ma la lezione che si può trarre è che una consultazione preventiva tra i membri europei sarebbe stata utile per mettere insieme riflessioni e dubbi. Non c'e' niente di peggio che fare il peggio". Così il ministro degli Esteri Emma Bonino ha risposto a Skytg24 a una domanda sul 'no' del Parlamento britannico alla mozione del governo Cameron sulla possibilità di un attacco in Siria.
Israele dispiega difesa antimissili a Tel Aviv - Una batteria di 'Iron Dome', sistema di difesa antimissilistica, è stata dispiegata oggi nell'area metropolitana di Tel Aviv come parte dei preparativi contro possibili ritorsioni da parte siriana a seguito di un eventuale attacco Usa al regime di Bashar Assa. Lo ha detto la Radio Miltare. Questa volta l''Iron Dome' è rivolto a nord e non al sud come avvenne nel corso dell'operazione 'Colonna di nuvola' contro Gaza del novembre scorso.
Cremlino, attacco colpo serio a ordine mondiale - Un intervento militare in Siria comporterebbe un ''colpo serio'' all'ordine mondiale, fondato sul ruolo centrale dell'Onu: lo ha detto Iuri Ushakov, consigliere diplomatico del Cremlino, citato da Interfax. (ANSA) - MOSCA, 30 AGO - ''Azioni del genere, oltrepassando il Consiglio di sicurezza dell'Onu, ovviamente se si verificassero, attenterebbero gravemente al sistema basato sul ruolo centrale delle Nazioni unite e porterebbero un colpo serio all'ordine mondiale'', e' la posizione del Cremlino.
Cameron, non ci sarà azione Gb, Obama capirà - "Non succederà". Con ci sarà un coinvolgimento militare britannico in Siria. Lo ha detto a chiare lettere oggi il primo ministro David Cameron, dopo la dura sconfitta subita ieri in parlamento che ha bocciato la mozione del governo su un eventuale intervento. Nella prima intervista dopo il voto in aula, il premier ha sottolineato: "Il parlamento ha parlato e va ascoltato". Un punto che ha detto di essere sicuro "gli americani e il presidente Obama capiranno". Londra continuerà "a lavorare per fare pressione su Assad".
Hollande avverte la Siria: "Il no dei britannici non cambia la posizione della Francia, determinata a intervenire" Hollande afferma, nell'intervista, che la posizione della Francia, che vuole un'azione "proporzionata e ferma" contro Damasco resta immutata. Il presidente non esclude raid aerei prima di mercoledì, data in cui si riunirà il Parlamento in seduta straordinaria per un dibattito sulla Siria. "Un insieme di indizi - sottolinea Hollande - va nel senso della responsabilità del regime di Damasco". Quanto al no di Londra e alla domanda se la Francia interverrà senza la Gran Bretagna, Hollande ha risposto: "Sì. Ogni paese è sovrano sulla partecipazione o meno ad un'operazione. Questo è valido per la Gran Bretagna e lo è per la Francia". Hollande afferma, nell'intervista, che la posizione della Francia, che vuole un'azione "proporzionata e ferma" contro Damasco resta immutata. Il presidente non esclude raid aerei prima di mercoledì, data in cui si riunirà il Parlamento in seduta straordinaria per un dibattito sulla Siria. "Un insieme di indizi - sottolinea Hollande - va nel senso della responsabilità del regime di Damasco". Quanto al no di Londra e alla domanda se la Francia interverrà senza la Gran Bretagna, Hollande ha risposto: "Sì. Ogni paese è sovrano sulla partecipazione o meno ad un'operazione. Questo è valido per la Gran Bretagna e lo è per la Francia".
Gli Stati Uniti intanto sono pronti ad attaccare la Siria da soli se necessario. Dopo lo schiaffo del parlamento inglese al primo ministro David Cameron, con la bocciatura per 13 voti della mozione per un intervento in Siria, la Casa Bianca lascia intendere che gli Usa potrebbero agire da soli, anche perche' si tratterebbe di un'operazione limitata per la quale non sarebbe necessaria una coalizione. Il presidente americano Barack Obama non ha ancora preso una decisione e continua a valutare le opzioni a disposizione. Ma il no dei Comuni sembra incrinare l'asse fra Stati Uniti e l'alleato speciale inglese, che li ha affiancati in ogni importante operazione militare intrapresa da Washington, dall'invasione di Panama del 1989 in poi.
''Continueremo a consultarci con il governo inglese, uno dei nostri alleati piu' vicini - afferma la Casa Bianca dopo il voto inglese -. Le decisioni del presidente Obama saranno guidate da quelli che sono i migliori interessi degli Stati Uniti. Il presidente ritiene che ci siano in gioco interessi per gli Usa e che i paesi che violano le norme sul divieto di armi chimiche devono essere ritenuti responsabili''.
Gli Stati Uniti sono ancora alla ricerca di una "coalizione internazionale" per rispondere al presunto attacco con armi chimiche del regime siriano contro i civili, ha detto oggi il segretario della Difesa americano Chuck Hagel. "Il nostro approccio è quello di continuare a trovare una coalizione internazionale che agirà di concerto", ha detto oggi il il capo del Pentagono nel corso di una conferenza stampa a Manila.
E mentre in centinaia scendono in piazza a New York e Washington per manifestare contro un intervento in Siria ''costruito su bugie'', la Casa Bianca aggiorna il Congresso, offrendo ai leader informazioni non classificate sulle prove raccolte che - secondo l'amministrazione - proverebbero la responsabilita' di Assad. I 15 membri del Congresso, incluso lo speaker della Camera John Boehner, ascoltano per 90 minuti gli aggiornamenti e le motivazioni dell'amministrazione per un possibile intervento. Secondo quanto riferito al termine della conference call, l'amministrazione ha ribadito di non avere dubbi sull'uso di armi chimiche da parte di Assad e questo anche sulla base delle comunicazioni intercettate fra alti funzionari del regime di Assad in merito a un attacco. Parlamentari e senatori si mostrano, al termine del confronto, spaccati fra chi sostiene la necessita' di agire, chi piu' cautamente chiede ulteriori prove e alcuni che ritengono sia necessario aiutare i ribelli mentre si tenta di costruire una coalizione internazionale. Molti restano convinti che ci sia ancora da fare per l'amministrazione per convincere il pubblico su un intervento.
Il rapporto dell'intelligence che mostra le responsabilita' di Assad dovrebbe essere diffuso nelle prossime ore. Nessuna informazione - riferiscono i parlamentari - e' stata offerta su un tempistica di un eventuale attacco e su chi ne paghera' i costi. Secondo indiscrezioni, un'eventuale misura sara' presa una volta che gli esperti dell'Onu lasceranno la Siria. Gli ispettori delle Nazioni Uniti lasceranno il paese sabato.
Gli Stati Uniti sono ancora alla ricerca di una "coalizione internazionale" per rispondere al presunto attacco con armi chimiche del regime siriano contro i civili, ha detto oggi il segretario della Difesa americano Chuck Hagel. "Il nostro approccio è quello di continuare a trovare una coalizione internazionale che agirà di concerto", ha detto oggi il il capo del Pentagono nel corso di una conferenza stampa a Manila.
Intanto Mosca fa sapere, attraverso il viceministro degli esteri Ghennadi Gatilov, di essere "contrariaa qualsiasi risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che possa essere usata per un'azione di forza contro la Siria.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento