Si sono conclusi con almeno una vittima e una quindicina di feriti gli scontri che si sono verificati a Aguelhoc, località della regione settentrionale di Kidal, tra tuareg e arabi. In base alla ricostruzione dei fatti diffusa dalla stampa locale, una cinquantina di elementi fuori controllo del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) ha attaccato diversi negozi e attività di proprietà di arabi. Soldati senegalesi della Missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) sono intervenuti per porre fine alle ostilità. Secondo fonti locali l’accendersi delle tensioni tra le due comunità è legata alla lentezza del processo di disarmo e accantonamento dei combattenti dell’Mnla, la ribellione tuareg. “Questi giovani vivono di banditismo. L’Onu deve accelerare il processo per impedire una recrudescenza delle aggressioni da parte di gruppuscoli incontrollati” ha detto un dirigente amministrativo di Aguelhoc.
Nonostante la fine ufficiale delle operazioni militari nelle regioni settentrionali di Gao, Kidal e Timbuctu, sul terreno la situazione rimane instabile dal punto di vista della sicurezza. Il nord del Mali copre una vasta area desertica e montuosa confinante con paesi altrettanto instabili quali Niger, Mauritania ed Algeria, ancor di più dopo il crollo del regime di Gheddafi in Libia. Sono dispiegati soldati maliani ma anche francesi ed africani nell’ambito della missione Onu. La stabilizzazione del nord rappresenta una delle sfide del neo presidente Ibrahim Boubacar Keïta (Ibk) sia in termini di sicurezza, di diritti umani che di sviluppo socio-economico.
A pochi giorni dell’investitura, prevista per il 4 settembre, Keïta è impegnato in una visita privata ad Abidjan, dove incontrerà il suo omologo ivoriano Alassane Dramane Ouattara, uno dei capi di Stato dell’Africa occidentale che più si è speso per risolvere la crisi maliana. I due intendono rafforzare le relazioni bilaterali per contribuire anche alla stabilità dell’intera regione.
[VV]
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