Parla esperto, raid con missili e bombardieri
Prevale ipotesi 'punizione simbolica', ma rischio escalation
''Una serie di raid circoscritticontro obbiettivi legati alla catena di comando e controllo delregime, compresi palazzi governativi, e alle difese aeree, econtro obbiettivi militari quali caserme, depositi e i siti distoccaggio di armi chimiche, quanto meno quelli di cui siconosce effettivamente l'ubicazione''. E' questa secondo PietroBatacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa, ''l'opzionepiu' credibile per un attacco limitato alla Siria''. Nell'attacco, secondo l'esperto, ''saranno usati per primacosa missili Tomahawk lanciati dai quattro cacciatorpediniere Arleigh Burke attualmente nel Mediterraneo Orientale (ciascunodei quali ha la capacita' di lanciare fino a 90/96 Tomahawk) edai sottomarini nucleari sia americani, sia britannici''. La prima salva di Tomahawk ''servirebbe a mettere fuori usosoprattutto la catena di controllo delle difese aeree. In questafase - osserva Batacchi - e' ipotizzabile anche l'impiego dibombardieri B-52 provenienti da Diego Garcia e B-2 provenientidirettamente dalle basi negli Usa''.
Secondo l'analista non e' escluso che l'attacco possa fermarsiqui, ma potrebbe anche proseguire ''con raid condotti da cacciaequipaggiati con missili stand-off a lungo raggio quali, tra glialtri, anche gli Storm Shadow di cui sono dotati i Tornadobritannici. La basi di partenza per questi attacchi sarebbero labase di Cipro di Akrotiri, e di Incirlik in Turchia, mentreresta da valutare l'utilizzo delle basi nel Golfo - Al Udeid inQatar e Ali Al Salem in Kuwait, Al Dhafra negli Emirati - e inGiordania (Amman)''. Ma come reagirebbe la Siria? ''La risposta della Siria e deisuoi alleati Iran ed Hezbollah, sara' graduata in proporzioneall'entita' dei danni subiti'', risponde Batacchi. ''Se l'attaccoconsiste semplicemente in una 'punizione simbolica', limitandosial lancio dei Tomahawk e poco altro, il regime potrebbe anchenon rispondere. In caso di escalation, invece, non mancherebberorappresaglie contro gli stati arabi vicini, a cominciare dallaGiordania dove, da mesi, con la scusa delle esercitazioni, gliamericani hanno iniziato ad allestire un embrionale dispositivomilitare, in vista di un eventuale intervento in Siria, conF-16, batterie antimissile Patriot e capacita' logistiche e dipianificazione. Ma - avverte il direttore di Rid - un'eventualerappresaglia - condotta con missili Scud o con attacchi lanciatidagli Hezbollah lungo il confine libanese - potrebbe colpireanche lo stesso Israele che, a sua volta, reagirebbe''.prevale ipotesi attacco soft.
(ANSA)
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