Proprio durante la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne sono accaduti due fatti particolarmente rilevanti.
A Milano Alessandro Impagagnatiello, il femminicida di Giulia Tramontano e del bimbo che teneva in grembo, è stato condannato all’ergastolo.
A Venezia, nelle stesse ore, è stata chiesta la stessa pena per Filippo Turetta, il femminicida di Giulia Cecchettin.
La madre della prima Giulia ha detto che “non è e non sarà mai una vendetta”. E ha aggiunto: “Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto.”
Il padre dell’altra Giulia ha detto che è riuscito a non odiare, trasformando il dolore in una fondazione che serva ad altre donne come sua figlia perché non riaccada.
Una donna e un uomo. Due esempi straordinari di come si possa reagire all’orrore con consapevolezza e una dignità infinita.
E questo vale molto più di qualunque (sacrosanta) pena.
Lorenzo Tosa
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