sabato 30 novembre 2024

Giuseppe Cannavale

 


Quella di Giuseppe Cannavale è una storia che merita di essere raccontata.


Giuseppe era stato appena assunto con un contratto interinale in L&S a Pordenone quando si è ammalato gravemente. Un tumore, linfoma di Hodgkin. A 25 anni.


Dopo i primi sei mesi coperti dalla mutua, Giuseppe è stato convocato dall’azienda. 


Temeva che, insieme alla salute, avrebbe perso anche quel lavoro che significava quel po’ di stabilità economica, sicurezza, cure. E invece, contro ogni evidenza, non lo avevano chiamato per licenziarlo. Tutt’altro: 

Il Ceo dell’azienda e la responsabile delle risorse umane gli hanno detto: 

“Pensa solo a curarti. Ti aspettiamo e ti paghiamo lo stipendio pieno fino a quando non sarai guarito. Contiamo su di te, ce la farai.”


Questo hanno detto a Giuseppe. Che, anche grazie a questo straordinario - e non scontato - gesto, ha appena ricevuto la notizia più attesa: il tumore è completamente regredito ed è potuto tornare al suo lavoro.


Sarà anche una piccola storia, ma racconta che esiste un altro modo di concepire il lavoro, l’alleanza, i rapporti verticali, la dimensione umana in epoca di algoritmi e diritti del lavoro spesso spolpati, sradicati, inesistenti.


La storia di Giuseppe è eccezionale nel senso letterale del termine. E ha fatto benissimo a raccontala perché diventi normalità.

Lorenzo Tosa 

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